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Conte: «Calma, non è ancora fatta»

Capelli tirati a Cavani: per Chiellini può scattare la prova televisiva

La Juventus resta ancora padrona del suo destino. Anzi, dopo l’indenne notte napoletana, si ritrova con un punto in più da amministrare in virtù del vantaggio doppio negli scontri diretti. Insomma, i campioni d’Italia ora sono a +7. Conte, l’allenatore dei bianconeri sorride: «È un pareggio che non mi riempe di gioia, perché dopo il primo tempo mi ero un po’ illuso. Eravamo scesi in campo per vincere, perché volevamo allungare ancor di più le distanze dal Napoli. Abbiamo dato vita a una prova di grande personalità in un ambiente molto difficile». Non riesce certo a nascondere a se stesso che comunque il vantaggio dagli azzurri è consistente. «Ma mancano ancora troppe gare, e i nostri impegni non sono per nulla agevoli. Nelle prossime 11 partite dobbiamo andare ancora in casa della Lazio e dell’Inter e poi dobbiamo ospitare Milan e Catania, tra due domeniche (senza Chiellini e Vidal che verranno squaliificati, ndr)».
Finge di essere amareggiato per un punto che a tutti appare come d’oro colato. «Non c’è più tempo per scherzare o per altri passi falsi. Non potrei accettarli. Dobbiamo andare avanti a passo sostenuto verso il traguardo tricolore che non vogliamo assolutamente farci sfuggire. Anche perché ce lo meritiamo». Si è spinto troppo avanti, nelle parole. Fa marcia indietro. «Sono tantissime 11 partite: il nostro scudetto è ancora distante due mesi e mezzo». Analizza quella che per lui è stata un’occasione perduta: «Nel primo tempo siamo stati poco cattivi, non so che gara si sarebbe vista sul 2-0 per noi. Anche per il Napoli, al San Paolo, non sarebbe stato semplice rimontare due reti». Ammette poi Conte che il vero ostacolo da qui alla fine è la Champions. «Devo ammettere che toglie davvero tante energie, nervose e fisiche. Pure la gara col Celtic di mercoledì non è una formalità. Noi dobbiamo cullare il sogno anche del traguardo europeo».
Chiellini, tra i protagonisti del match nel bene e nel male, fa un ghigno: «L’ho detto anche prima: non era una gara decisiva. Il risultato lascia ancora tutto uguale. Ovvio che però la prestazione ha dimostrato la nostra voglia di voler ancora rivincere questo campionato». È certo, il difensore tanto amato anche da Mazzarri, che la Juve abbia dimostrato di meritare lo scudetto. «Siamo più forti? Non lo so. Dico solo che però questo pareggio è il risultato più giusto e che noi meritiamo di essere in testa alla classifica». In dubbio fino alla fine. «La caviglia mi ha fatto male a lungo, senza il fisioterapista non ce l’avrei mai fatta». Sa bene che avrebbe potuto anche essere espulso per la tirata di capelli al Matador Cavani: «Ce le siamo date di santa ragione, ma è stato un duello puro contro un avversario di cui ho una grande stima. No, non l’ho voluto provocare, tutto quello che succede in campo finisce lì. Gli ho anche parlato. Ci siamo chiariti». Sarà, ma la strattonata ai capelli del Matador (sfuggita sia a Orsato che all’assistente di porta), potrebbe essere sottoposta al vaglio della prova tv: rischio squalifica per il difensore?

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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