“Contro gli ultrà serve la linea dura”. A sostenerlo è il presidente del Coni, Giovanni Malagò, intervenuto a “Circo Massimo”, su Radio Capital: “Gli inglesi – dice Malagò – hanno fatto delle leggi speciali, fanno processi per direttissima, sono stati duri sul profilo della pena, dopodichè la partita si è chiusa. Chiaro che per tutto questo c’è stata una congiuntura favorevole, perchè si è andati in parallelo con la costruzione di nuovi impianti”.
No di Salvini alla chiusura delle curve e alla sospensione delle partite? “Gli ho sentito dire che ognuno deve fare il proprio mestiere, e io mi devo occupare di sport. Non c’è dubbio che chi fa il ministro degli interni ha oneri e onori di prendersi la responsabilità di come gestire queste cose. Se ritiene che questa sia la cosa migliore…”.
Il Napoli e il suo allenatore Ancelotti hanno detto che si fermeranno se dovessero esserci nuovi cori razzisti: “Darei ragione al 100% al Napoli e ad Ancelotti, ma non si possono fare le regole loro. Se le regole se le fa una squadra o un allenatore, è finita. Non si può fare”.
Sul ruolo delle società nei rapporti con gli ultras: “La società non deve avere nessun tipo di connivenza, complicità o tolleranza nei confronti di queste persone. E se si scoprisse che questo avviene, le sanzioni devono essere altrettanto, se non più pesanti, di quelle per i tesserati. Tenete presente che tutto questo va inserito in un contesto che rappresenta, a torto o a ragione, un caposaldo della giustizia sportiva, cioè la responsabilità oggettiva. All’atto pratico: di chi è la colpa? Se la colpa è di una singola persona che fa una cosa da matto, si può dire che la società non c’entra; se lo fa tutta la curva è più difficile sostenere che la società non abbia responsabilità oggettiva”
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