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Confermati i gladiatori della Germania

Per la gara di Kiev domani sera nessuna modifica nella formazione

L’Italia che vince non si tocca. Il principio è vecchio, ma diventa attuale con questo cittì. Cesare Prandelli, se l’assetto funziona, non lo modifica. E nemmeno ruota gli interpreti. Si è sempre comportato così, anche nei club. Così, anche se i giorni per recuperare sono solo due, la nazionale di domani sera a Kiev, per la finale contro la Spagna campione d’Europa e del mondo, sarà la stessa vista giovedì a Varsavia contro la Germania. Gli azzurri, pur arrivati stanchi e provati, molti anche con qualche problema fisico, sono stati capaci di comandare contro avversari più freschi. Un’autentica esibizione per una gara senza storia.
Diversa dalla prima, identica (o quasi) all’ultima. Il 10 giugno l’Italia iniziò, all’Arena Gdansk di Danzica, l’avventura proprio contro la Spagna che ritroverà a Kiev. Prandelli, un po’ per l’emergenza e tanto per la richiesta dei sette juventini di adeguarsi alla formula vincente scelta da Conte, decise di passare improvvisamente al 3-5-2 della squadra campione d’Italia. De Rossi fece il centrale difensivo in mezzo a Bonucci e Chiellini. Mancando Barzagli, all’epoca convalescente, il cittì è stato costretto a rivedere il modulo.
In tre settimane l’Italia, però, è tornata quella dell’agosto 2010, quando Prandelli decise di voltare pagina dopo il fallimento in Sudafrica. Domani sera non vedremo solo il 4-3-1-2, assetto preferito di Prandelli, quello vincente delle qualificazioni e anche dei tre successi nell’Europeo contro l’Irlanda, l’Inghilterra e la Germania. Ma anche altri giocatori, tre differenti nello schieramento titolare, confermato per otto-undicesimi, rispetto alla gara del debutto. Maggio, nonostante abbia scontato la squalifica, Giaccherini e Thiago Motta non partiranno titolari come a Danzica: il terzino è stato superato sia da Abate che da Balzaretti; l’esterno offensivo non ha avuto più spazio da quando il cittì ha riproposto la linea difensiva a quattro e il rombo a centrocampo e l’oriundo è uscito di scena per l’infortunio muscolare e la crescita di Montolivo.
L’Italia, insomma, è già fatta. Anche se Prandelli dovrà verificare la tenuta fisica di alcuni: Chiellini, rientrato contro la Germania, De Rossi, utilizzato con la schiena a pezzi e schierato grazie ad un’infiltrazione, e Balotelli, uscito con un po’ di lombalgia e una contrattura ai flessori. In più c’è Cassano con un leggero trauma distorsivo al ginocchio destro. «Ma sarà a disposizione. Come Abate che sta molto meglio» ha chiarito il professor Castellacci. L’unica novità, se proprio ci dovrà essere, potrebbe riguardare il ruolo di terzino desto, con Abate che proverà a riprendersi il posto. Ieri ha ripreso a correre a Wieliczka. Ma il cittì, giovedì, ha ricevuto le risposte che voleva. Da Balzaretti, capace di funzionare anche sulla fascia, e da chi si è trovato in sintonia con lui. A cominciare dai difensori della Juve che incidono, e non poco, sulle scelte di Prandelli. Come è stato per Spagna-Italia del 10 giugno. Sarà così pure per la finale.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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