Spagna-Italia, una sfida infinita. L’ultimo capitolo della saga si gioca ai 32 gradi dell’inverno di Fortaleza, dove gli azzurri tenteranno l’impresa: i campioni del mondo e d’Europa in carica sono imbattuti nelle ultime 28 partite ufficiali disputate, una delle quali è stata molto dolorosa per gli azzurri. Si tratta ovviamente della finale europea dell’anno scorso a Kiev, in cui l’Italia venne umiliata per 4-0, incassando però due reti negli otto minuti finali. Il ricordo di quella partita e le prestazioni in Brasile della Roja (15 gol in 3 partite, ma una era contro Tahiti) rendono questa semifinale di Confederations Cup particolarmente difficile per la squadra di Prandelli, che non si considera certo favorito ma nemmeno battuto in partenza: «sono sicuro che possiamo metterli in difficoltà», ripete anche stavolta il ct per esorcizzare lo spauracchio della squadra più forte del mondo.
Gli spagnoli, più che pensare agli italiani, in questa vigilia caratterizzata a Fortaleza dai festeggiamenti (per 3 giorni…) in onore di San Pietro patrono dei pescatori (corporazione fondamentale per l’economia cittadina), se la sono presa con i brasiliani, in particolare i media, colpevoli ai loro occhi di voler destabilizzare la squadra con la storia dei festini a luci rosse. C’è irritazione anche nei confronti della Fifa, per non aver abbastanza difeso la squadra, e i vari Valdes, Villa, Sergio Ramos e Soldado, coinvolti in particolare da queste voci.
Discorsi che a Prandelli interessano poco, lui pensa solo al campo e al fatto che stasera vuole vedere un’Italia «attaccata al risultato fino alla fine. Dobbiamo restare in partita per 90 minuti. Per la Spagna da Kiev a oggi è cambiato poco o nulla, noi non abbiamo la loro continuità, ma la personalità e la mentalità sono quelle giuste. Quindi i miei sogni della vigilia sono sereni e riguardano una possibile vittoria. I pensieri, e anche i pronostici, negativi devi cancellarli».
Sul modulo, con Pirlo pronto per giocare e De Rossi al rientro dalla squalifica, il ct dice che non ha deciso «perché abbiamo provato diverse situazioni – spiega – e poi devo vedere le risposte da parte di diversi giocatori. Comunque non esiste un modulo perfetto, con cui sai che batterai la Spagna. Dobbiamo metterci in testa che sarà una partita difficile, in cui il possesso palla sarà quasi sempre loro. Noi dovremo mostrare coraggio e giocare come nel secondo tempo contro il Brasile, quando in uno stadio tutto giallo siamo andati all’attacco, fatto il gol del 3-2 e preso una traversa, mettendo paura alla Selecao. Quella è l’Italia che voglio, per rimanere sempre in partita. Contro la Spagna non cerco vendette, voglio solo crearle tanti problemi, e ai miei ho ricordato che siamo quelli che finora lo abbiamo fatto più di ogni altra squadra».
Ci sarà spazio per Gilardino: «Al posto di Balotelli giocherà lui. Alberto è uno che gioca per la squadra e per il quale parlano le doti realizzative. Non è qui solo perché lo avevo già avuto con me a Parma e mi è simpatico». Come dire che per «matare» le furie potrebbe bastare anche un’Italia senza Balotelli.
Fonte. Il Mattino
La Redazione
M.V.
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