Se serviva una rappresentazione plastica di quel che sta accadendo in questa prima strana settimana brasiliana ecco che l’inizio dell’allenamento azzurro, poco dopo le 16 locali di ieri, sul sussidiario del Joao Havelange, ha offerto lo scatto nitido: 22 azzurri in campo, con Maggio impegnato in un lavoro a parte, e Balo a tirare il gruppo, un solo assente, Stephan El Shaarawy. L’attaccante dell’Italia e del Milan, diventato uomo mercato ma in discesa nelle quotazioni del ct, è rimasto fermo. La nota medica federale parla di un sovraccarico muscolare. Solo fisioterapia, nessuna
preoccupazione. Ma quel che veramente pesa sul Faraone, più che le fatiche brasiliane, è piuttosto la situazione che sta vivendo. Solo qualche mese fa, lui e Balotelli venivano battezzati come la più bella coppia giovane del nostro calcio, compagni di squadra e d’azzurro. Adesso in Brasile Supermario è diventato già un idolo, “naturalizzato” non solo da Roberto Dinamite, mitico presidente del Vasco da Gama, in chiave antirazzista, ma dalla gente di qui, a cui un tipo per certi versi ameno ma personaggio colorato, piace da matti, Pelè in testa. Per contro El Shaarawy si è intristito, complice la chiara intenzione milanista di metterlo in vendita.
TWEETTANDO – «Professionalità, umiltà, impegno» . Dopo «Amo il Brasile» , Balo non sbaglia più un tweet. Lo slogan messo in rete ieri è così politicamente corretto da lasciare basiti. Certo è che il calore carioca nei suoi confronti cresce ogni giorno, come l’attesa per il debutto al Maracanà. La gita della delegazione azzurra di ieri mattina sul Corcovado, ne è stata ulteriore testimonianza, con Balotelli autentica star. Sarà lui a guidare l’Italia contro il Messico. Le esercitazioni di ieri hanno confermato quanto anticipato ieri, con un ulteriore dettaglio: Chiellini centrale, De Sciglio a sinistra (con Abate e Barzagli a completare la linea a 4 davanti a Buffon), fuori Bonucci e El Shaarawy, appunto. Azzurri impostati con il 4-3-2-1: mediana con De Rossi-Pirlo-Montolivo più Marchisio-Giaccherini dietro a Balo.
RITIRO “APERTO” – Più che le scelte tecniche di Prandelli, in Brasile si discute molto della scelta del ct di aprire il ritiro ai familiari dei giocatori (Buffon, Montolivo, Marchisio, Gilardino, Aquilani, Cerci, Diamanti e lo stesso Prandelli hanno i loro cari in albergo, pur se in camere separate). La cosa suona strana qui, dove la Federcalcio brasiliana vieta la presenza di familiari in ritiro. Marchisio è stato chiaro: «Io penso sia importante la loro presenza qui. Quando sei lontano da casa è un aiuto, evidentemente con certi vincoli; prima delle partite per esempio non bisogna avere distrazioni, bisogna pensare solo al match. Anche all’Europeo dopo le partite ci trovavamo tutti insieme a cena; lì ha portato bene, speriamo che sia così anche qui» .
Fonte: Corrieredellosport.
La Redazione.
D.G.
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