Il giornalista Paolo Condò, sulle colonne de La Repubblica, ha analizzato le gare di Serie A dopo la conclusione del 14° turno: “È stato il piede di Mertens. Nessun paragone con Maradona […] ma i due gol meravigliosi del piccolo belga sono stati insieme un omaggio a Diego […]. […] La partita è filata via allegra e colorata come un’esibizione da circo. Un massacro in realtà, ma col sorriso sulle labbra. Spalletti ha così rimesso tre punti fra sé e gli inseguitori, non più le sole milanesi ma pure l’Atalanta, che viaggia su ritmi record per lei e, dopo il turno infrasettimanale, verrà sabato allo stadio Maradona per un duello che avrà grande peso nel racconto del campionato. Potrà restringerlo, o amplificarlo. La notizia di ieri è la nuova caduta del Milan. Aveva sofferto anche in passato la scherma leggera del Sassuolo, specie a San Siro dove chi sa ripartire con tecnica e agilità trova l’ossigeno […] per divampare come un incendio. […] Pioli non ha certo sottovalutato Berardi, che in estate aveva chiesto, né Scamacca, che avrebbe dovuto chiedere perché l’unica incongruenza di una rosa allestita con criterio è il secondo centravanti anziano. Non ci sfugge che Giroud sia arrivato quasi gratis mentre il Sassuolo è una bottega da via Montenapoleone. Però Scamacca è un attaccante che molte grandi hanno studiato senza affondare il colpo […] e ogni volta che lo vediamo in azione ci chiediamo perché […]. Ieri il Milan era male assortito nella coppia dei centrocampisti […] e quando manca Tomori, […] dovrebbe essere più prudente nell’uscita dal basso. Inoltre quello che è il suo turbo, Theo Hernandez, alterna le sgasate ai passaggi a vuoto […]”.
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