Il giornalista Paolo Condò ha analizzato sulla Gazzetta dello Sport questo campionato anomalo:
“Perché la sudditanza psicologica degli altri club abbia fine, ricreando la competizione che un tempo era la vera ricchezza della Serie A, occorrono ulteriori aumenti di fatturato. Ma serve anche un nuovo coraggio e una nuova disponibilità a esporsi perché questa Juve è stata la meno dominante delle nove, eppure nessuno ha avuto la forza di andare a vedere le carte. (…) L’eccessiva differenza di budget è un male endemico (non solo italiano) dovuto soprattutto ai proventi Champions, ma finché viene usato come alibi continuerà a produrre rivali distanti e poco motivate. (…) Mica tutti devono puntare allo scudetto, ci mancherebbe; ma questa è una fase storica in cui ciascuno dichiara un traguardo ultraminimo, pavido davanti a critiche che comunque arriveranno”.
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