Il prossimo step è racchiuso in un cinguettio di centoquaranta caratteri (e forse anche meno) per annunciare che è arrivato il centrocampista e che, aspettando il rintocco del Big Ben, il mercato (in entrata) è chiuso. E’ uno scalino, un altro solo, per consegnare a Benitez il mediano di rottura (ma anche di pensiero) e lasciare che David Lopez (25), dopo le visite mediche di ieri sera, firmi il quinquennale e si vesta d’azzurro.
MENO UNO. E dunque si può procedere, perché – come s’usa sottolineare – siamo ai dettagli e manca soltanto il tweet: poi sarà David Lopez, un corazziere nel cuore della metà campo, un interditore che ha testa per costruire, un gigantesco frangiflutti con il quale andare a recuperare palloni che altrimenti si perderebbero nell’aria. Il mercato va in esaurimento, quindi, e offre a Benitez una squadra che, nella sua struttura, è appena ritoccata: gerarchie assestate dalla storia più recente, l’unico volto nuovo (in teoria) tra i titolari sarà quello di Koulibaly, poi ricambi che servono per rinfrescare l’organico ed anche per motivarlo, laddove forse sembrava lievemente pallido.
FORZE «DENTRO». In pratica, cambia quasi nulla: Rafael s’era già preso il posto di Reina, prima di rimetterci un ginocchio a Swansea; il resto – salvo ribaltoni che pure appartengono al calcio – è il Napoli di Benitez, con un centrale difensivo da far crescere rapidamente, per ridurre gli errori di Bilbao. Il consuntivo, al fianco di David Lopez, registra anche Andujar, De Guzman, Michu, le voci aggiunte d’un coro che ha stonato in Champions e che deve cercare innanzitutto in Zuniga e Hamsik, i grandi assenti della stagione alle spalle, quel valore aggiunto che non gli è stato garantito da un centinaio di giorni di impalpabile iniziativa.
SI VENDE. Però al mercato ci sono anche esigenze inderogabili e queste, anche queste, spetterebbero al ds, Bigon: la fase operativa (alle voci acquisizioni), ha lasciato perplessi, ma l’altra faccia di questa fiera dei sogni (il capitolo cessione) rischia invece di trasformarsi un un incubo, perché sul libro paga della società ci sono ancora Dzemaili e Pandev, Radosevic e Rosati, Donadel e magari anche Gargano, sul cui destino si procede con le riflessioni. Cedere, cedere, cedere in fretta, esercizio pure questo complicato, considerato il tempo a disposizione: ma in quell’area (del direttore sportivo, scouting compreso) che scricchiola, s’allungano le attenzioni di De Laurentiis, che altrimenti si troverebbe con una decina di milioni (lordi) d’ingaggio da riconoscere, un sacrificio che diviene zavorra.
IL DUBBIO. Ma è tutto già segnato, almeno ipoteticamente: Dzemaili e Pandev hanno osservato i preliminari di Champions dal divano di casa e dunque, fino a prova contraria, vanno considerati esterni al progetto; e Donadel, Radosevic e Rosati restano assai marginali. Ha estimatori Gargano – il Parma su chiunque – che però s’è conquistato la stima, con un inappuntabile senso della professionalità: però ormai sono tanti a centrocampo ed il bilancio ha bisogno d’essere liberato di qualche stipendio.
Fonte: Corriere dello Sport
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