Ecco quanto riporta oggi la Gazzetta dello Sport sull’incontro di ieri sera dell’Italia contro Malta:
Vittoria prevista della nostra nazionale contro Malta, 133 posizioni di differenza nel ranking FIFA sono troppe. Il risultato non lo metteva in dubbio neanche un realista Cesare Prandelli che, infatti, aveva chiesto risposte soprattutto sotto l’aspetto del gioco. Non ne ha avute di particolarmente significative. È stata una partita più complicata del previsto, il vantaggio iniziale poteva far credere ad un avversario che si sarebbe aperto e concesso più spazi, invece l’atteggiamento della squadra di Ghedin è rimasto sempre lo stesso: un 4-5-1 molto compatto, con un solo attaccante e una marcatura d’altri tempi su Pirlo, con Schembri che lo ha seguito a uomo anche quando era Malta in possesso del pallone. Questo accorgimento ha tolto dalla partita la regia di Pirlo e dato spazio a Marchisio che non a caso si è reso protagonista dei due lanci più importanti del primo tempo. Giocare contro un avversario chiuso non si addice a questa nazionale. Grandi incursori come Marchisio e Nocerino non hanno mai trovato lo spazio per valorizzare il loro gioco, così come Diamanti che si è innervosito nella ricerca di palloni giocabili. Meglio il secondo tempo in cui la rapidità di Insigne, sistemato a sinistra sulla linea delle punte, ha costretto la difesa maltese ad allargarsi e soprattutto a preoccuparsi della imprevedibilità di uno dei pochi azzurri in grado di saltare l’uomo e creare superiorità numerica. Sono aumentati i cross, specialmente dalla fascia sinistra, situazioni che in teoria avrebbero dovuto mettere più a loro agio Destro e Osvaldo, che però non hanno mai trovato la porta nella ripresa. La prova dei due attaccanti è stata molto generosa, ma l’impressione è che non abbiano potuto sfruttare la loro caratteristica preferita: attaccare nella profondità la difesa avversaria, cosa che per fortuna è riuscita a Destro in occasione del primo gol. Sono due attaccanti molto simili, soprattutto hanno bisogno di essere serviti più velocemente e più in verticale rispetto a quello che è successo ieri. Non è un caso che all’europeo Prandelli abbia sempre schierato due punte con caratteristiche molto diverse tra loro, prediligendo tecnica, movimento e capacità di creare spazio per l’inserimento dei centrocampisti. Finire la Partita con Insigne, Giovinco e Pazzini significa un po’ tornare a quel tipo di attacco che in questo momento sembra più funzionale al gioco dell’Italia, in attesa che, con la condizione atletica, salgano l’intensità, le verticalizzazioni e il pressing, in modo da valorizzare le qualità di Osvaldo e Destro, come già sta avvenendo nella Roma.
La Redazione
P.S.
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