Perché (non sempre) le parole non le porta via il vento: ma restano dentro, scolpite nella testa; e poi tracciano un solco da seguire. Parliamone, ragazzi: e finisce sempre così, che in quegli spogliatoi così democraticamente aperti, ci sia il dialogo: nell’attesa d’una decisione (incontestabile) che appartiene solo e soltanto a Rafa Benitez, un sergente al quale non serve il ferro ma la materia grigia.
La scelta strategica – verrebbe da dire di vita – è il basso profilo: però le frasi sanno essere frecce acuminate che si conficcano direttamente al cuore della platea convocata intorno a sè. Casa-Benitez (al centro sportivo) è un ufficio ampio dal quale dirigere un sistema di telecamere che riprendono tutto ma proprio tutto. La tecnologia è la compagna fedele per introdursi nel futuro, per vivere il proprio presente con una serie di dati (precisi, inattaccabili); e poi c’è un programma d’allenamento brevettato e un data-base imponente in cui sono conservate le indicazioni offerte dal mercato e utilizzate l’altro giorno nel faccia a faccia con lo scouting del Napoli per stendere un piano di lavoro da avviare nel laboratorio del futuro nel quale atterrerà tra una decina di giorni.
L’archivio è imponente, custodito gelosamente nei computer perennemente accesi: perché non manchi mai una luce attraverso la quale cercare l’illuminazione giusta. Clic, si riparte.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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