Non si cambia, anche nel secondo mercato di Benitez ci sono esclusivamente calciatori stranieri. Neanche un italiano ingaggiato dall’estate 2013 ad ora,una precisa scelta dettata dalla maggiore conoscenza di altri campionati da parte di Rafa, che dà dirette indicazioni sulle operazioni di mercato analizzando anche la banca dati messa a disposizione dal direttore sportivo Bigon e dallo scouting del club, circa 1500 giocatori di tutti i campionati annualmente monitorati e schedati. Il tecnico ha dato l’ok per il difensore francese Koulibaly dopo aver letto positive relazioni e ha caldeggiato l’ingaggio di Michu, l’attaccante spagnolo ex Swansea. Tutti stranieri e soltanto due sono arrivati da squadre italiane: il centrocampista Jorginho(che ha doppio passaporto e potrebbe essere presto convocato nella nazionale italiana) e il portiere Andujar sono stati ingaggiati nello scorso gennaio, il primo è arrivato subito da Verona mentre l’altro è sbarcato a Castelvolturno cinque giorni fa, dopo aver lasciato il Catania e aver partecipato al Mondiale come vice di Romero. In 14 mesi il colpo dei colpi è stato Higuain, pagato 40 milioni: il finanziamento per questa operazione, messa a punto in poche ore da De Laurentiis nella saletta vip dell’aeroporto di Venezia, attraverso la cessione di Cavani al Psg (64 milioni incassati). Eccellenti, facendo il raffronto tra costo e rendimento, si sono rivelati gli acquisti di Callejon e Mertens. Buone le prospettive per Rafael, il giovane portiere brasiliano preso un anno fa per diventare titolare in tempi rapidissimi. Ci sono state anche operazioni a costo zero, come quelle del portiere Doblas e dell’esterno Reveillere. La situazione è evidentemente cambiata rispetto al periodo di Mazzarri, che puntava su calciatori italiani, perché erano quelli che conosceva meglio e perché riteneva che più facilmente potessero inserirsi nello spogliatoio. Durante il ritiro precampionato a Dimaro è arrivata la frecciata del presidente al suo ex allenatore, quando ha parlato dei problemi affrontati da Vargas. «Si sentiva a disagio anche perché Mazzarri non parlava la lingua spagnola». Rafa, invece, è poliglotta. E non potrebbe essere diversamente per un tecnico che è nato a Madrid, vive a Liverpool e lavora a Napoli.
Fonte: Il Mattino
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