Ventotto: perché non ci siano più dubbi, né faraoni, né Totò, né sudditi ma un solo re. E poi trentasette: sparsi tra l’Italia e il Mondo intero, avendo cominciato a Pechino e poi continuato ovunque, pure in Europa League, in qualsiasi coppa, contro qualunque avversario. E infine (infine?) centotré: in tre anni vissuti meravigliosamente bene, declamando calcio in versi.
Nessuno può dire cos’accadrà, manco la sua assoluta onestà ( «Darò tutto quello che ho fino all’ultimo giorno in cui resterò qua, ma mi piace vivere la Champions a Napoli» ) però chiunque può immaginare cosa gli piacerebbe ancora fare, con quei novanta minuti a disposizione: toccare la soglia dei trenta gol in un solo campionato è un desiderio, però l’avversario è di spessore autentico, e l’impresa non è facile. Lo induce a sperare un precedente: lui alla Roma ha già segnato una doppietta in casa sua, due stagioni fa e pure in quella circostanza fu Champions.
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