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Con 28 gol, Cavani è il re

Sembrava una giornata no, ma alla fine "Il Matador" segna e trascina la squadra alla vittoria

Ventotto: perché non ci siano più dubbi, né faraoni, né Totò, né sudditi ma un solo re. E poi trentasette: sparsi tra l’Italia e il Mondo intero, avendo cominciato a Pechino e poi continuato ovunque, pure in Europa League, in qualsiasi coppa, contro qualunque avversario. E infine (infine?) centotré: in tre anni vissuti meravigliosamente bene, declamando calcio in versi.

LA SFIDA – Si scrive Cavani e poi si va a rileggere cos’è stato il suo “magistero”, mille giorni (circa) di capolavori, un campionario di prodezze che non conoscono ostacoli, men che meno quel palo e quella traversa che gli si oppongono nella sua ora e mezza con il Siena e tentano disperatamente di “disarmarlo”, di renderlo umano, di lasciargli la sensazione amara di una domenica in bianco: «Sono qui per scrivere la storia». Detto (in tempi non sospetti) e fatto: perché la seconda qualificazione in Champions League aiuta a sfogliare la bibliografia nella quale si staglia Sua Maestà Maradona e alle spalle del quale compare el matador con il suo Napoli da mille e una notte, con le sue reti e le sue magie. 
QUOTA TRENTA – Ma ora cos’altro gli resta da fare? La classifica cannonieri è sua, perché Di Natale è a sei gol di distanza ed El Shaarawy a distanza siderale: la soglia dei cento gol in Italia è stata largamente superata (accadde a Firenze, quasi una vita) e dopo ne è passato di Cavani sui campi di calcio italiani: siamo a centrotrè con il Napoli, a meno dodici da Maradona che lui – per quel che può – pensa di battere, come sottolineato appena sette giorni fa: «Ce la farò l’anno prossimo»

Nessuno può dire cos’accadrà, manco la sua assoluta onestà ( «Darò tutto quello che ho fino all’ultimo giorno in cui resterò qua, ma mi piace vivere la Champions a Napoli» ) però chiunque può immaginare cosa gli piacerebbe ancora fare, con quei novanta minuti a disposizione: toccare la soglia dei trenta gol in un solo campionato è un desiderio, però l’avversario è di spessore autentico, e l’impresa non è facile. Lo induce a sperare un precedente: lui alla Roma ha già segnato una doppietta in casa sua, due stagioni fa e pure in quella circostanza fu Champions.

UN MOSTRO – Si nasconde in questo bomber che nell’ultimo triennio s’è superato, ha abbattuto qualsiasi barriera e si è trasformato in trascinatore, il centravanti moderno (ma soprattutto modello) che farebbe la fortuna di qualsiasi allenatore: lui segna, lui marca, lui suggerisce, lui ispira, lui illumina e poi si trasforma in leader, dialoga durante la partita (con il Siena) assieme a Calaiò, per chiarirsi sui movimenti, e poi alla fine si ribella al destino, si oppone alla resistenza dei legni e va a cogliere la traversa che intanto ha stoppato El Kaddouri per riprendersi ciò che prima gli era stato tolto. 
LA FAVOLA – E’ già pronta e ci si può immergere dentro per riattraversala per intero: il primo Cavani si presenta con una doppietta a Boras e da quel momento ne fa complessivamente quattordici; ma dato che al soggetto piace anche esagerare – come dimostrato – si concede otto triplette e un poker, quest’anno in Europa League. Da agosto è sulla giostra: la prima rete alla Juventus, l’ultima (l’ultima?) al Siena: ma il suo è un mondo a colori, 37 reti in 43 gare. Irriproducibile matad’or… 
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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