Ai microfoni di Radio Punto Nuovo è intervenuto Francesco Vaia, direttore sanitario Spallanzani e membro della Commissione medica Figc. Ecco le sue parole:
“La prudenza che porta all’apertura l’apprezzo molto, fermo restante che dalla mia osservazione, la diffusione dei focolai è colpa di errori umani, non del virus che è meno virulento. È necessario che man mano si riapra la società civile, senza fare figli e figliastri – come è successo – e c’è bisogno che chi si occupa di questo, ponga rimedio. Bisogna osservare il distanziamento sociale fino a quando non ci sarà il vaccino ed insieme ad esso l’uso delle mascherine. Mi sento di sottolineare la potenzialità che all’interno degli stadi, utilizzando un pre triage, con la dichiarazione di essere stato paziente o non paziente Covid, ci può aiutare. Se il tifoso comprende che non può essergli sottratta la felicità di vedere la sua squadra, deve accettare una regola del genere”.
Nella stessa trasmissione ha parlato inoltre Giuseppe Ruocco, membro del CTS. Ecco le sue parole:
“Nel corso di questi mesi c’è stata una progressiva riduzione dei piani di sicurezza. L’Italia è uscita dalla fase più acuta della pandemia che ci ha colpiti, quindi le misure possono continuare ad essere ridotte. Sono convinto che l’evoluzione indubbiamente positiva, ci impone una serie di misure a livello nazionale, dobbiamo quindi tener conto dei focolai in generale. Favorire a cuor leggero degli assembramenti – come quello di Napoli – assolutamente no, ma tra un estremo e l’altro – tutto o niente – esprimo un pensiero personale: certe condizioni prima della fine del campionato si potranno vedere. Il timore della ripresa dello sport di squadra, non è tanto nello stadio – perché in qualche maniera si riesce a regolamentare – ma arrivarci, andar via, esultare. Le scene viste in questi giorni, non sono sempre allineate con le nostre indicazioni, una rondine non fa Primavera ed una sera passata insieme non vuol dire che la pandemia è scomparsa ovunque”.
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