Diciamo la verità, l’Europa League il Napoli l’aveva cominciata con la puzza al naso. No, non perché troppo lontana e troppo “diversa” da quella Champions ancora di freschissima memoria, ma perché – e De Laurentiis e Mazzarri non l’avevano nascosto – nelle priorità azzurre c’era il campionato. E ci resta, è ovvio. Però, superata la fase a gironi, acciuffati i sedicesimi, il discorso Europa cambia un po’. Cosicché il Napoli sembra dire: “Ora che ci siamo?”. Anche perché questo è un torneo che diventa “fatturabile”, come direbbe il presidente, e quindi appetibile soltanto se vai avanti. E più vai avanti, più, tra incassi e premi metti soldi in cassaforte. Il che, si sa, è sempre una buon motivo per provarci.
E allora, già prenotato il charter che porterà la squadra a Plzen (andata il 14 e ritorno il 21 di febbraio), a novanta chilometri da Praga. Ma stavolta, almeno così sembra, niente spietatissimo turn over. Niente rivoluzioni, ma un Napoli in equilibrio tra titolari e meno titolari. Un po’ di quelle seconde linee che non avevano brillato troppo in coppa, infatti, se ne sono andate. Fernandez, Vargas, Aronica e Dossena hanno cambiato maglia e aria. Ci sarà spazio, quindi, per i nuovi arrivati.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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