L’Inter di Invernizzi, il Toro di Pulici e Graziani, il Milan di Sacchi e poi quello di Zaccheroni, la Lazio di Eriksson. Storie di grandi rimonte. Quella che sogna il Napoli, lontano dieci punti dal Milan e dalla Juve e otto dall’Udinese al terzo posto. Ma ha ancora tempo oppure no? E servirà oppure no un’impresa per raddrizzare un campionato “trascurato” in nome della Champions? Francesco, “Ciccio” Colonnese sull’argomento ha le idee chiare.
Allora, il Napoli può ancora esaltarsi in campionato?
«Sarò sincero. Per lo scudetto la vedo davvero dura. Praticamente impossibile. Non tanto per i dieci punti di svantaggio, quanto per la forza e il calcio che stanno esprimendo Juve e Milan. Magari sarò smentito da quello che accadrà, ma in questo momento i primi due posti li vedo già assegnati».
Il terzo, invece?
«Il terzo è invece un obiettivo ancora possibile per gli azzurri di Mazzarri. Anzi: tra Udinese, Lazio, Inter e Roma, le altre concorrenti per quel posto, a mio avviso è il Napoli la squadra messa meglio. La vedo più forte, meglio strutturata e capace anche di un gioco migliore».
A patto che?
«No, non dirò a patto che non perda più partite. Sarebbe troppo facile e scontato. Dico, invece, a patto che possa contare anche su quei calciatori che sino ad oggi, per ragioni diverse, si sono visti poco. E qualcuno addirittura niente».
Questione di ricambi, quindi?
«Proprio così. Da almeno un anno e mezzo sono sempre gli stessi a correre e sgobbare. Non si può chiedere l’impossibile a quei dodici, tredici giocatori. Quello di Pandev, è stato un recupero importante. Ora Mazzarri sa che se dovesse mancare uno dei tre attaccanti, come è accaduto con Lavezzi contro il Genoa, non sarebbe più un problema. Ma lo stesso discorso deve valere anche per la difesa e il centrocampo».
Vuol dire che, Vargas a parte, “acquisti” importanti saranno Britos e Donadel?
«Giusto. Prendiamo la difesa. Lì dietro non ce la fanno più. Li capisco. E’ normale. Ecco perché serve un affidabile ricambio. Britos mi sembra il giocatore giusto. Sì, più di Fernandez e di Fideleff perché più di loro è abituato al nostro campionato e più di loro conosce gli avversari».
Qual è, invece, il contributo che può dare Vargas per la riuscita dell’impresa terzo posto. Almeno quello?
«Vargas lo conosco bene e non da oggi. E dico che sarebbe un errore pensare a lui, in questo momento, come al salvatore della patria. Sarà utilissimo in futuro, ma sino a giugno prossimo farà fatica ad inserirsi. No, non nel Napoli. Nel nostro calcio. Qui, infatti, troverà spazi e marcature diversi da quelli ai quali è abituato in Cile. E poi, chi dovrebbe fargli largo?»
Pandev?
«Macché. Non credo proprio che Mazzarri si priverà in questi mesi decisi di un calciatore che in questo momento è tra i migliori. E che ha anche tutta l’esperienza che serve al Napoli per l’operazione terzo posto».
Il “riposo” della Champions (riprenderà a febbraio) può essere d’aiuto?
«Forse è vero: i calciatori azzurri non erano e non sono ancora pronti per essere competitivi contemporaneamente su due fronti. Ma non vorrei che la Champions diventasse un alibi per giustificare certi passi falsi in campionato. Sono dell’avviso che nonostante la Champions il Napoli avrebbe potuto fare meglio».
Allora dove sta l’errore?
«Nel numero limitato di ricambi, certo, ma anche in una scelta che dal primo momento non ho condiviso».
Ovvero?
Le direttive del club di privilegiare l’Europa al campionato. E’ stato un errore. Il Napoli s’è sottovalutato e inconsciamente ha un po’ mollato, mentalmente, da una parte. Peccato. Perché questo poteva essere l’anno buono per stare già ora più avanti del Milan e della Juve».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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