Sorpresa, perché no. La Fiorentina di Sousa ha stupito tanti (forse tutti). Seconda in classifica alla sosta, dopo un’estate difficile e qualche polemica. Ora, la società, si gode il momento, l’appoggio dei suoi tifosi (che ieri in 10.000 sono andati al Franchi per assistere al primo allenamento dell’anno), i complimenti di tutti. Sorride, Mario Cognigni, lui che di questa Fiorentina è Presidente. Freddo? Cinico? In città più volte lo hanno etichettato così, ma in realtà “sono molto più tifoso e molto più espansivo – confessa in una lunga intervista al Corriere Fiorentino – di quello che si possa pensare, la mia passione per la Fiorentina è assoluta solo che da parte mia non può mancare l’equilibrio e la razionalità, soprattutto nelle sconfitte”.
Intanto, in questi primi giorni di 2016, “ci godiamo la bellezza del momento e faremo di tutto per continuare a farlo. Alcune decisioni che magari all’inizio sono apparse azzardate e poco convincenti, ci stanno dando ragione. Non scordiamo che ci troviamo in compagnia di squadre molto più attrezzate della Fiorentina dal punto di vista delle risorse a causa di quella disparità che l’attuale sistema calcio, che considero in default, genera attraverso criteri di distribuzione degli introiti televisivi. Ce lo aspettavamo? No, anche perché non pensavo a un campionato così equilibrato. Però ero sicuro della forza di questa Fiorentina. E lo dico al di là delle questioni tecniche: qui c’è un gruppo storico eccezionale che ha scelto di restare insieme nonostante le tentazioni di grandissimi club. Per questo voglio ringraziare questi ragazzi. Vogliono raggiungere un risultato con questa maglia e nel calcio di oggi tutto ciò non è scontato”.
Una Fiorentina targata, soprattutto, Paulo Sousa: “Venivamo da tre anni bellissimi con Montella, stagioni fondamentali per mostrare a tutti che cosa voleva essere questo club: la rappresentazione di un grande spettacolo. Vincenzo ha dato un’ identità alla Fiorentina, ha portato in campo quelle che erano le aspirazioni della società. Lo ha fatto con il sorriso e la spensieratezza ma anche le normali insicurezze del ragazzo che sa di essere alle prime armi. Per noi è stata una svolta, che fa sembrare come un lontano ricordo il momento difficile che abbiamo vissuto prima del suo arrivo. Dovevamo riportare entusiasmo e abbiamo pensato che la strada fosse generare spettacolo, costante, continuo. Quando abbiamo scelto Paulo, lo abbiamo fatto perché abbiamo pensato che potesse rappresentare una degna continuità, regalando un tocco di internazionalità in più. Fin dal nostro primo incontro ho avuto conferma del suo valore anche dal punto di vista umano. È tra l’altro affiancato da eccellenti collaboratori tecnici. Credo che il suo possa essere un ciclo lungo quantomeno come quello del suo predecessore. Ad oggi non ci sono cambiamenti rispetto a ciò che ci siamo detti qualche mese fa. Certo non gli avevamo chiesto né lo scudetto né di raggiungere la Champions… Noi però eravamo convinti di avere un grande gruppo. “Possiamo costruire qualcosa di importante” ci disse Sousa al primo incontro…”
Rewind, nel mercato del passato. Caso Salah? “Purtroppo capita che gli accordi non vengano rispettati dalla controparte. Da parte sua la Fiorentina ha sempre cercato di fare in modo che gli impegni sottoscritti abbiano un valore”. E in questo mercato? “Cercheremo inserimenti importanti, significativi, di “primo livello” per usare parole del mister. Se ci sarà da fare uno sforzo e qualche sacrificio li faremo per restare competitivi. Cercheremo elementi che ci consentano di continuare a farci sognare. Tutte le decisioni verranno prese in assoluta sintonia con Sousa. Riguardo alle cessioni cercheremo di mantenere tutto l’attuale organico, anche se le pressioni possono essere significative. Non siamo un supermercato”. E Pepito Rossi? “Giuseppe è uno di quei giocatori di cui parlavo prima per la sua bravura, l’affiatamento con il resto del gruppo, la volontà e l’attaccamento alla maglia. Va anche capito il suo momento e se andrà a giocare altrove sarà solo perché pensiamo possa ritrovarsi ed essere in futuro un valore aggiunto per la Fiorentina. A una condizione però: perché accada bisogna che la Fiorentina non perda equilibrio in quel reparto: se lui va via qualcuno insomma deve arrivare. Ma c’è un giocatore che può fare al caso nostro e calarsi immediatamente in questo contesto? E c’è qualche società disposta a cedere un titolare, rafforzando una concorrente?” Lo stesso discorso vale per Suarez “Esattamente. Diciamo che conosco bene sia il presidente che il ds dell’Atletico, l’operazione però è stata definita dai responsabili del comparto sportivo. La cessione di Savic ha consentito alla Fiorentina di ottenere gran parte delle risorse finanziarie per gestire il calciomercato estivo”. Una qualificazione Champions come modificherebbe l’orizzonte viola? “Intanto vuol dire confrontarsi con squadre che hanno una dimensione galattica. Giocare quel torneo è una gratificazione che costringe a essere ancora più attenti perché obbliga a un aumento del monte ingaggi e senza una continuità sportiva può essere rischioso. Però è una sfida che noi tutti siamo vogliosi di voler provare di nuovo. Ci piace, è così che troviamo l’energia e la passione.
Uno dei simboli, di questa Fiorentina, è sicuramente Federico Bernardeschi: “Per noi rappresenta il prototipo del giocatore della Fiorentina. È cresciuto con noi e oggi è un grande professionista che sa cosa vuol dire questa maglia. Non è un caso che indossi un numero così importante. Io penso che Bernardeschi abbia dimostrato di essere il nostro giocatore modello per il prossimo futuro. Ha un contratto rinnovato da poco e non prendo neanche in considerazione quello che leggo e sento dire. Sarà importantissimo per il futuro della Fiorentina, non mi posso privare così dei miei giovani. Almeno fateci godere ciò che abbiamo costruito con tanto lavoro…”.Il rinnovo di Alonso? “Il dg Rogg mi ha garantito che l’annuncio arriverà a giorni”.
Fonte: gdm.com
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