Il Napoli degli ultimi tempi: quello che mangia gol e divora punti. Che vede la Juve sempre più lontana e l’Inter un poco più vicina. Il Napoli che gioca, che non dispiace affatto, ma che non vince neppure questa volta. Il Torino? Discreto ma mai bello. Si difende soprattutto. A volte con merito e altre con fortuna, come quando nel secondo tempo Insigne centra il palo a giro. Il diciottesimo palo della stagione azzurra.
Conclusione? Zero a zero, è ovvio. Risultato che fa sorridere Mazzarri, e che invece fa venire l’orticaria ad Ancelotti che, comunque, ha chiuso con gli esperimenti, con i turover digeriti a fatica dalla gente. Cosicché la buona notizia è che, fatte le scelte, Ancelotti presenta, anzi, ripresenta il Napoli che di qui alla fine dovrà vedersela con il campionato e con la coppa. Certo, cambi, entrate e uscite, novità ce ne saranno sempre, ma saranno ragionate (Ospina per Meret). Limitate (solo due rispetto all’ultima partita). Dettate dalle necessità (tipo gli accidenti ad Albiol e Mario Rui, l’addio di Hamsik, i mezzi acciacchi di Verdi e Mertens). Perché dopo tanto studio e tanti stravolgimenti di uomini e di ruoli, il Napoli è fatto.
Soprattutto, s’è capito quello che don Carlo vuol fare a centrocampo. I suoi centrali, quelli che ha deciso debbono far coppia, sono e saranno Allan e Fabian. Con lo spagnolo praticamente inventato in quel ruolo che forse manco gli piace molto, ma al quale, almeno per adesso, dovrà rassegnarsi anche con buoni risultati. E poi, se lui se ne sta più dietro, Zielinski ha più tempo e spazio per fare il padrone tra centrocampo e attacco. Disegnato, dunque, il dopo-Hamsik, mentre là davanti il punto fermo resta Insigne con Milik che un po’ alla volta sta soppiantando Mertens.
Il Napoli, dunque, pensa a sé prestando meno attenzione all’avversario. Non è quello che fa il Toro. Che a Napoli ci arriva un po’ più abbottonato (3-5-1-1 quando attacca e 5-4-1 quando si difende) e con Ansaldi a centrocampo rispetto all’ultimo successo contro l’Udinese. Belotti non si tocca, però Mazzarri gli mette vicino Berenguer con De Silvestri che va a sgobbare sulla fascia. Cosicché l’escluso è Iago Falque. Il quale, però, bisogna essere onesti, negli ultimi tempi non sta facendo molto per il Toro. Mazzarri, insomma, vuole rischiare poco o niente visto che ha nel mirino l’Europa e che in attesa che si svegli Belotti (!) non può che sperare in una difesa (e una fase difensiva) affidabile e protetta.
Cosa che però non sempre gli riesce. Il Napoli, infatti, impiega poco a diventare padrone del campo e del pallone, ma come gli capita spesso negli ultimi tempi, nelle ultime partite, sotto porta sbaglia pure quello che non si può sbagliare. Sta sempre dalle parti di Sirigu, il Napoli. Prova a far gol, crea occasioni e almeno tre sono clamorose. E clamorosamente mancate da Insigne (21’), ancora dal neo-capitano (28’) frenato dal portiere e poi da Milik (32’) che arriva tardi sul pacco regalo di Fabian. Crea molto e spreca di più, il Napoli. Che gioca un calcio più che discreto, a tratti anche piacevole, che domina in lungo e in largo la partita, ma che continua ad avere un pessimo rapporto con la buona mira. E per questo e per l’incapacità del Toro di mettere pensieri a Ospina (solo Rincon ci prova, 45’, ma Koulibaly ribatte), lo zero a zero nel primo tempo non si schioda. E si sa, quando capita così e quando poi nel secondo tempo arriva la stanchezza – il Napoli è reduce anche dall’Europa League – tutto diventa molto complicato. Certo, non cambia la sceneggiatura della gara. Certo, il Napoli ci prova ancora due volte con Fabian (7’ e 9’) e una con Milik (16’), ma non basta.
E così, dopo i cambi di Mazzarri (Baselli per Rincon e Meite per Berenguer e poi anche Parigini per Ansaldi), è Ancelotti che prova a sparigliare un po’ le carte in campo: fuori Callejon e dentro Verdi, fuori Fabian e dentro Mertens. Praticamente Zielinski va a far coppia con Allan, Verdi e Insigne vanno ai lati e Mertens va ad affiancare Milik. Napoli sbilanciato? Sì. Tant’è che prende anche un contropiede con Allan che salva tutti, ma deve provare a vincere e ci prova, il Napoli. Ma non serve a niente. Sino alla fine qualche emozione e niente più. E non prendere gol da quattro partite per il Napoli non può essere e non è una consolazione.
Fonte: Calciomercato.com
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