Alle volte, più che una partita, è necessario nel post-gara, analizzare una situazione più complessiva. Quella del Napoli è evidenziata da Lorenzo Insigne. Mi affido alla ricostruzione de Il Mattino: “C’è chi dice che la scelta di Ancelotti sia arrivata nella rifinitura di martedì pomeriggio quando Insigne è stato il primo ad abbandonare il campo, con un volto scuro e il muso lungo, quello di chi sa che all’indomani non dovrà nemmeno fare la doccia. Addirittura durante l’allenamento ha tirato un pallone con forza verso un tabellone pubblicitario: un modo per scaricare la frustrazione dell’esclusione”. Ancelotti, il gestore per antonomasia, ha spiegato che per scelta tecnica Insigne va in tribuna, perché ha denotato un allenamento non svolto alla giusta intensità. Sempre facendo riferimento al quotidiano cittadino, si apprende: “L’ultima frizione dopo Napoli-Cagliari, quando l’allenatore ha rimproverato il suo capitano per lo scarso rendimento in campo nella gara poi persa dagli azzurri. Insomma, non esattamente una situazione serena che è culminata con l’esclusione di Genk”.
IL PUGNO DI CARLO. Con le dichiarazioni di ieri, Ancelotti ha segnato, forse, un punto di non ritorno nel rapporto con Insigne e con gli altri calciatori. Pubblicamente accusa, pubblicamente spiega che un calciatore non si impegna abbastanza: così, per Insigne e per tutti gli altri, si apre lo scenario della critica per quello che verrà, inevitabilmente, definito “scarso impegno”. Il pugno duro usato da Carlo Ancelotti con il capitano del Napoli apre a diversi scenari. Se è vero che potrebbe esser utile a tenere tutti sulla corda, potrebbe anche spaccare lo spogliatoio ad ottobre, potrebbe creare frizioni e fazioni forse insanabili.
INDICI PUNTATI. Anche perché, per la seconda volta consecutiva, tutte le dichiarazioni del post-gara degli azzurri sono state tese ad indicare nella scarsa vena realizzativa della squadra il vero problema del Napoli, Se questo viene additato come il punto negativo da i vari calciatori intervistati, ovvio che c’è anche uno scarico di responsabilità su chi le reti non le firma. La mente non può che correre a Milik, ad esempio: due gol incredibili, altre occasioni sfruttabili, una gara da 4 nel giorno in cui Ancelotti sperava di recuperarlo. Il rischio che il Napoli diventi una polveriera esiste, solo una vittoria convincente a Torino prima della sosta può evitare che gli animi possano esacerbarsi in modo ancora più netto.
Fonte: Calciomercato.com
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro