Ha dell’ incredibile quanto successo in Polonia: allo Stadio Nazionale di Varsavia la Grecia, fino a ieri per tutti vittima sacrificale della nuova potenza russa, è riuscita nell’impresa portando a casa una vittoria che profuma di Storia. A regalare, ad un popolo notoriamente in crisi economica e sociale, il sogno europeo ci ha pensato l’uomo più rappresentativo della nazionale ellenica, Georgis Karagounis. Proprio lui, l’ex Inter, che all’esordio aveva sprecato un rigore che poteva voler dire 3 punti contro la Polonia, è riuscito, allo scadere del primo tempo, ad insaccare alle spalle dell’incolpevole Malafeev sfruttando al massimo un clamoroso errore in disimpegno del centrale difensivo Ignashevich . Vittoria che vale doppio perché giunge proprio alla vigilia delle Elezioni: una grande iniezione di adrenalina per tutto il popolo greco, da anni martoriato dalla nota crisi economica e che domani andrà di sicuro a votare con il sorriso sulle labbra. Ha sapore più che amaro, invece, il match di stasera per i russi: la squadra che per tutti doveva essere la rivelazione di quest’Europeo, e che nelle prime due partite aveva impressionato per mole di gioco (specie nel 4-1 d’esordio con la Repubblica Ceca) è riuscita nell’impresa di suicidarsi contro la Cenerentola del girone: il primo tempo è stato noioso, con i russi che non hanno mai premuto l’ acceleratore e la Grecia compatta ma nemmeno troppo propositiva, nonostante la vittoria fosse l’unico risultato utile. A fine primo tempo, però, ecco quello che nessuno s’aspettava e Grecia incredibilmente in vantaggio allo scadere. Come lecito attendersi, la seconda frazione di gioco è stata un monologo dell’undici di Advoocat che butta nella mischia anche bomber Pavlyuchenko. L’epilogo, però, premia il catenaccio di Samaras e compagni, bravi e fortunati a contenere le sfuriate russe (che, specie negli ultimi minuti , hanno evidenziato grandissime lacune caratteriali e un nervosismo che puzzava di paura) con una difesa organizzata e rocciosa, che ha visto nel giovane K. Papadopoulos (omonimo dello squalificato e più noto Avraam) il suo miglior interprete. Forse, ai punti, la maggior classe e il gioco ricercato dai vari Dzagoev, Arshavin e Zhirkov avrebbe meritato fortuna migliore, ma a volte il calcio va a braccetto col destino e così ecco che, mentre a Wroclaw la Rep. Ceca sconfitta 4-1 all’esordio regalava ai padroni di casa della Polonia il più grande dispiacere calcistico, gli uomini del portoghese Fernando Santos riuscivano nell’impresa che solo il più ottimista dei tifosi ellenici poteva sognare: che questa vittoria sia di buon auspicio per le elezioni di domani, anche se ci saranno 23 votanti in meno del previsto.
A cura di Mirko Panico
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