Una partita a scacchi. Ragionata, estenuante, snervante. Ancora apertissima sul piano strategico. Con la Fiorentina che è riuscita a difendere il suo gioiello da una parte, con la Juve che ha sacrificato un pezzo importante – i rapporti diplomatici con il club viola – per tentare nel frattempo di arrivare a Berbatov, senza riuscirci. Portare Jovetic in bianconero è stata la grande ossessione dell’estate 2012. La Juve ci riproverà tra un anno, sperando in nuovi scenari da qui a giugno e, soprattutto, che nel frattempo la famiglia Della Valle abbia smaltito almeno in parte la rabbia per quell’inserimento sgradito sul bulgaro Berbatov. Uno “sgarbo” che a Firenze nessuno è disposto a mettere da parte, però: Della Valle ha detto chiaramente la sua sul caso Berbatov e il club viola non ha alcuna intenzione di sedersi a trattare con i bianconeri. Nelle prossime settimane la Fiorentina e i manager di Jovetic si incontreranno per apporre all’attuale contratto (scadenza 2015) una clausola rescissoria, di almeno 40 milioni di euro. Una cifra già da sola sufficiente a indirizzare Jovetic verso l’estero (cioè City), fermo restando che dopo una stagione positiva il club viola rilancerebbe ulteriormente il proprio progetto blindando ancora il montenegrino. Non basta, perché sul tavolo c’è l’ipotesi di una condizione accessoria che impedisca il passaggio del giocatore alla Juve anche in caso di pagamento della clausola rescissoria. Un “patto di non concorrenza”, uno strumento diffuso anche nel mercato del lavoro. Una clausola simile a quella con cui l’Inter si è tutelata con Balotelli: nel caso il City decidesse di cederlo a un’italiana, l’Inter si riprenderebbe SuperMario semplicemente pareggiando l’offerta. Un’implicita clausola anti-Milan. Entrambe le clausole – rescissoria e di non concorrenza – possono essere aggiunte solo con il placet del giocatore, ovvio. Nel frattempo la Juve ci riproverà perché sul giocatore non ha cambiato idea. Le parole pronunciate dall’ad Marotta a metà luglio restano sempre valide: «Jovetic risponde pienamente al profilo del giocatore che cerchiamo» . In quella fase la Juve, come gli altri top club italiani e stranieri (Chelsea e City su tutti), sperava di poter strappare Jovetic alla Fiorentina versando i 25 milioni di euro di una clausola che in realtà non è mai esistita. Più giusto, semmai, parlare di un gentlemen’s agreement , come chiarito pubblicamente dal ds Pradè il 18 luglio dopo che la Juve era uscita allo scoperto: «Jovetic non è sul mercato, però c’è un gentlemen’s agreement, ci dobbiamo sedere a un tavolo per una cifra intorno ai 30 milioni» . Al di là della cifra, in quella fase di mercato, prima ancora dello scontro per Berbatov, la Fiorentina aveva già interpretato i sentimenti della piazza, rinunciandoall’ipotesi di prendere Poli insieme alla Juve, operazione che poteva essere letta come prologo a una trattativa per Jovetic. Il 26 luglio nel ritiro di Moena l’annuncio di Andrea Della Valle: «La verità è una sola, Jovetic è incedibile, è fuori dal mercato. Mi auguro che l’abbia capito» . Poi gli ultimi tentativi più o meno sotto traccia dei bianconeri e lo strappo legato a Berbatov. Jovetic è rimasto a lungo in silenzio, solo dopo Napoli-Fiorentina ha chiarito: «Sono rimasto a Firenze perché l’ho voluto io. Il mio manager ha fatto il suo lavoro ma a dire no sono stato io» . Ora a dire no è la Fiorentina, anzi tutta Firenze. Una clausola da 40 milioni di euro toglierebbe di fatto Jovetic dal mercato almeno per quanto riguarda l’Italia, ad oggi nessuno è in grado di sostenere quel tipo d’investimento. All’estero, il City sarebbe in pole position: per disponibilità economica, per i buoni rapporti con l’entourage del giocatore e per l’aver già concluso con la Fiorentina l’affare Nastasic. E la condizione aggiuntiva di “non concorrenza”, nello specifico, impedirebbe un trasferimento di Jovetic a Torino in forma unilaterale. Nel caso, bisognerebbe trattare. Ma in questo momento tra la Juve e la Fiorentina c’è il gelo.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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