E poi dicono che l’esempio dovrebbe venire dai grandi e dalla serie in cui la posta in palio è meno pregiata. Brutto epilogo, ieri, della partita di Primavera tra Juventus e Sassuolo, a Vinovo: e il problema non è certo il risultato finale, 3 a 3. Dopo il triplice fischio finale, per motivi non del tutto chiari, si è scatenata una rissa nel percorso di uscita riservato al pubblico fra una dozzina di persone, in gran parte tifosi della Juventus: la metà dei quali, ragazzini. Tra giovanissimi e adulti sono volati sputi, spintoni, insulti, calci e pugni. Una violenza inusitata e ovviamente senza giustificazioni, del tutto deprecabile. La discussione è nata durante la partita per motivazioni estranee al match: probabilmente sui comportamenti da tenere sugli spalti. Poi, dopo il triplice fischio finale, la zuffa. Dopo un paio di minuti i protagonisti del brutto episodio si sono dileguati, prima dell’arrivo delle forze dell’ordine. La rissa è terminata anche grazie all’invito di alcuni giocatori bianconeri, da dentro il campo, a smetterla con le violenze. Siamo quindi alla demenzialità totale: la partita non c’entra (e come avrebbe potuto, Juventus-Sassuolo Primavera!), ma un dibattito democratico su come debba comportarsi un tifoso, magari giovane. Con finale tipicamente da sottocultura bullistica: alcuni si dileguano, dopo avere menato le mani e altri che restano, quasi certamente a dire che sono stati provocati.
SUL WEB – La Juventus, sul sito, titolava: Juve-Sassuolo, un pari che vale come una vittoria. Certamente una vittoria sul campo. Compresa quella dei giovani giocatori che si sono adoperati per fare finire la violenza. Ma non certo vittoria della classe, dell’educazione e della civiltà, indipendentemente dai colori che in campo erano schierati. La recente lezione dell’ex juventino Birindelli, che ha ritirato la sua squadra di giovanissimi dopo un episodio analogo, evidentemente è già dimenticata.
Fonte: Corriere dello Sport
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