Buonanotte, Napoli. Buonanotte con la favola che si chiude così: «e tutti dormirono felici e contenti». L’hanno raccontata Cavani e De Sanctis, Lavezzi e Inler, Hamsik e Cannavaro. Mazzarri. E poi tutti gli altri, insieme, come gli eroi di una notte indimenticabile, unica, vissuta d’un fiato e con il fiato sospeso. Notte dolce, magica, di festa vera: la città ha fatto boom, ha innescato le ugole e la squadra ha diretto l’orchestra. E poi ha brindato: a cena, in casa, con la famiglia e gli amici. Tutti insieme appassionatamente. Ma come Cenerentola, sia chiaro: orologi alla mano, la festa finisce a mezzanotte e dintorni e si va subito a letto, a pensare agli allenamenti. All’Atalanta. Alla Juve. Al Villarreal. Che stress.
GLI AMICI – E allora, viaggio nella festa improvvisata. Di una città che fino a notte fonda ha rifiutato di spegnere la luce, le stelle, la luna. Tutti in giro. Tutti cacciatori di autografi e di foto. Dov’è andato questo e dove quell’altro. E loro, gli azzurri? Beh, sparpagliati. Qua e là: Napoli, Pozzuoli, Castelvolturno. Ristoranti prenotati al volo e i taxi organizzati da Lello, l’anfitrione degli spostamenti del Napoli (roba da mal di testa), che partono dal San Paolo come i caccia da un hangar. Comitive improvvisate, oppure consolidate. Quelle degli amici sono già fatte: Cannavaro, Aronica e Maggio, un classico, si sono ritrovati con mogli e affetti sul Lungomare, da Regina Margherita, secondo tradizione, per la pizza del dopo partita.
GLI EROI – Poco più in là, da Nexxt, sulla Riviera di Chiaia, il Pocho e Chavez. Amici argentini. Con fidanzate e manager. Solita carne alla brace, solita allegria, solita baraonda: perché lui, Lavezzi, muove le masse e i cuori. Vende gioia, Ezequiel: artista del pallone e anima del Napoli scugnizzo che ha cancellato in un colpo solo gli incubi del passato. « Abbiamo tremato nel ricordo di quel Napoli-Real Madrid, ma poi abbiamo strappato champagne». Parole e musica di Enzo Politelli, che ieri a Terrazza Calabritto ha ospitato l’eroe di nome Morgan e di cognome De Sanctis. Una statua, al portierone azzurro: il popolo si sta attrezzando.
Ha scelto l’area flegrea, invece, l’altro protagonista più protagonista della serata, Edinson Cavani: con i suoi manager, Anellucci-Triulzi, donna Soledad e qualche amico. L’eroe dei due mondi, nel senso che da un po’ fa avanti e indietro dal Sudamerica e in mezzo piazza prodezze a denti stretti. E’ tornato micidiale. Pozzuoli, immancabile, anche per Mazzarri.
IL TURCO – Hamsik, Gargano, Britos, Inler hanno optato per i dintorni del centro sportivo di Castelvolturno o per il salone e il divano di casa (lo svizzero, era dolorante): abitano lì e dunque meglio mangiucchiare qualcosa e via. Una curiosità: ieri al San Paolo c’era anche un famoso cantante turco, ospite di Gokhan, signore e padrone del centrocampo. Lui fa cantare e suonare pallone e avversari.
SUPERMARIO – In mezzo a tanta gioia, l’amarezza. La sconfitta consolata dall’amore: mescolato tra gli azzurri vincenti, in città, c’era anche un Blues sconfitto, Mario Balotelli. SuperMario è rimasto a Napoli, dopo la partita, e ha cenato con Raffaella Fico, la bella fidanzata-soubrette: lei, napoletana verace, ha provato di certo a rallegrare il suo attaccante, vinto e anche arrabbiato perché, come ha dichiarato lui stesso, ha stoicamente giocato con la febbre. E anche segnato, se vogliamo.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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