Oggi, alle ore 17.30 presso l’istituto secondario statale di primo grado “Nino Cortese” di Arpino, frazione di Casoria, si è tenuta la presentazione del libro di Antonella Leardi “Ciro Vive”, a cura della giornalista Rai di Porta a Porta Vittoriana Abate. All’incontro hanno partecipato molti studenti e docenti dell’istituto e sono intervenuti il giornalista Luigi Esposito, il dirigente scolastico della “Nino Cortese” Giuseppe Esposito, la vicepreside Emma Troiano ed il direttore di IamNaples.it Ciro Troise. Scopo della presentazione, che la signora Leardi sta tenendo in scuole e caffè letterari del napoletano, è istruire i giovani alla legalità e cercare di trasmettere loro attraverso la triste storia di Ciro Esposito un insegnamento di perdono e amore. Attraverso le pagine del libro i giovani lettori hanno potuto osservare il dolore di una madre e apprendere una lezione di vita molto importante: “All’odio che ha ucciso mio figlio, ho risposto con il perdono”, queste le parole di Antonella Leardi che ha risposto alle domande degli alunni presenti. La lettura di alcuni estratti del libro ha portato alla luce considerazioni molto importanti per il futuro dei giovani napoletani che la stessa autrice del libro ha spiegato in maniera chiara: “Attraverso questo libro, – ha affermato mamma Antonella – i cui incassi saranno tutti devoluti all’associazione Ciro Vive, ho voluto raccontare non solo il dolore straziante che mi ha accompagnata negli ultimi istanti della vita di mio figlio e che ancora oggi mi accompagna, ma anche la storia di un giovane tifoso pieno di passione, una passione che sto provando a conoscere anche io”. Antonella ha spiegato ai presenti che per mantenere vivo il ricordo di suo figlio sta provando ad avvicinarsi al mondo del calcio per cercare di capire la grande passione che Ciro nutriva per il suo sport preferito: “Sono andata in più di un’occasione al San Paolo, tre per la precisione. Non ho visto la partita, ho voluto vivere le gradinate come faceva il mio Ciro, per cercare di capire l’amore che viveva per il calcio. Ancora oggi, quando esco di casa, sento il suo profumo, quel profumo che inondava il corridoio quando lasciava casa per andare allo stadio”. Su Daniele De Santis, alla domanda di una donna presente all’incontro, risponde così: “Ho visto De Santis poche settimane fa per la prima volta in un’aula di tribunale. Ho provato per lui molta compassione, l’ho visto ridere e scherzare con la sua famiglia a lungo, senza degnarmi mai di uno sguardo, a differenza mia che l’ho osservato più volte. E’ arrivato su una barella, quando invece mesi fa è stato fotografato in piedi, con i segni delle coltellate. Gli avrei voluto regalare il calendario evangelico, ma le guardie carcerarie non me l’hanno permesso. Il mio era semplicemente un gesto di perdono nei suoi confronti, ma non mi è stata data la possibilità. Non porto rancore a questa persona, spero che la giustizia faccia il suo corso e non nutro odio nei suoi riguardi, perché all’odio, movente del suo omicidio, non si risponde con l’odio”. A chi la accusa di lucrare e speculare sulla situazione risponde: “Queste voci mi scivolano addosso, tutto quello che incasseremo andrà all’associazione “Ciro Vive”.
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Dai nostri inviati alla “Scuola Secondaria Nino Cortese” di Arpino Dario Gambardella, Gilberto D’Alessio e Antonio Balasco
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