Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito, ha scritto una lettere alla Gazzetta dello Sport
Questa sera il mio Ciro sarebbe stato al San Paolo, al suo posto, in Curva B. Non si sarebbe perso per nulla al mondo l’esordio stagionale del suo Napoli, l’inizio di una nuova grande avventura in Champions. Sarebbe andato con i suoi amici del cuore e avrebbe messo in campo l’enorme e sana passione che aveva per questi colori. Avrebbe cantato, incitato, tifato per i suoi idoli. Li avrebbe sostenuti dal suo posto, senza risparmiarsi, ma senza insultare gli avversari, come gli abbiamo sempre insegnato. Io gli avrei preparato i panini e il casatiello e glieli avrei infilati nello zaino. Sì, lo zaino con le bretelle arancioni che indossava anche in quel giorno maledetto. Lo avrei salutato sulla porta di casa, raccomandandogli come al solito di stare attento. Poi, avrei guardato la partita in tv con mio marito e al fischio finale avremmo atteso insieme il suo ritorno a casa. Questa sera io, Giovanni e il resto della famiglia saremo tutti al San Paolo, in Curva B. Ringrazio il presidente De Laurentiis, che ci aveva invitati a vedere la partita accanto a lui. Ma io preferisco andare in Curva e occupare il posto di Ciro.
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