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Ciro Esposito: “E’ stato De Santis a spararmi”. E la famiglia allontana le Istituzioni

Ha lottato per tutta la notte, con le ultime forze che gli restavano. Poi, alle 6 del mattino, il cuore di Ciro Esposito ha smesso di battere. Una tragedia ormai inevitabile accolta con mesta rassegnazione dai genitori e dai parenti, ormai prostrati da un alternarsi di speranze, angoscia e delusione. Non parlano più Giovanni e Antonella Esposito: «Il nostro silenzio» spiega lo zio Enzo, diventato suo malgrado il portavoce della famiglia «corrisponde a quello delle istituzioni che non si sono degnate di farsi vive e che oggi non sono gradite». Ma nel tardo pomeriggio la mamma del tifoso ucciso a colpi di pistola trova la forza di lanciare l’ennesimo appello contro le rappresaglie che tutti temono: «Ciro è stato ucciso per un atto di violenza. Questo non deve più accadere. Nessuno deve più pagare e soffrire per una cosa bella come il calcio che Ciro amava tanto. Basta con la violenza, ragazzi: alzate gli striscioni, applaudite, fate i cori. Nel nome di Ciro, basta con la violenza, ve lo vieto». E ancora: «Chiediamo giustizia affinché la persona che ha sbagliato nei confronti di mio figlio possa pagare legalmente. Si deve inginocchiare davanti a Dio e chiedere perdono del male che ha fatto a mio figlio, a me, alla mia famiglia e alle tante persone che amavano Ciro. Lo deve fare davanti a Dio e alla legge ». E ieri mattina i genitori e gli zii sono stati ascoltati dalla Digos: durante i momenti di lucidità, il tifoso aveva riconosciuto in Daniele De Santis l’uomo che gli ha sparato. «È stato il “chiattone”» aveva detto davanti alla foto di “Gastone”, che pesa 120 chili. Il riconoscimento è stato registrato da un file audio e consegnato in questura. Quanto alle indagini sul commando di ultrà che ha partecipato al raid, cinque persone sarebbero state già identificate, altre cinque sono ancora sconosciute. Per motivi di sicurezza, intanto, Daniele De Santis è stato trasferito dal Policlinico Umberto I all’ospedale di Viterbo. Su “Gastone”, ora, incombe un’accusa da ergastolo: omicidio volontario. Il resto è solo drammatica routine giudiziaria. La salma è stata trasferita al Policlinico dove, stamane, il professor Costantino Cialella, designato dal pm Eugenio Albamonte, effettuerà l’autopsia. E nell’attesa dei funerali, che verranno celebrati nella piazza di Scampia, i familiari chiedono che a Ciro venga riconosciuto un encomio. «È morto da eroe». In un twitter, il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, annuncia una giornata di lutto cittadino. Alla famiglia Esposito è arrivato anche un messaggio di solidarietà di Francesco Totti.

fonte: Repubblica

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