Napoli – Cosa fare, come farlo, quando farlo: è tutto chiaro, il piano e l’idea e il profilo e il progetto. Il Napoli che verrà è stato scarabocchiato, perché altro non si può: ci sono le linee di intervento, le tracce da seguire, gli identikit dei personaggi da monitorare ancora; c’è un data base aggiornato e là dentro, da dove a gennaio sono riemersi Ghoulam ed Henrique, si va a scovare. E’ il futuro, ora: è nelle mani di Benitez e Bigon, la B&B affiatata d’un Napoli che sei mesi è stato capace di rivoltarsi come un calzino e d’andare a pescare ovunque i calciatori universali di cui aveva bisogno; l’ha fatto rileggendo ciò che Maurizio Micheli, il cosiddetto ministro degli Esteri, aveva catalogato nel tempo, attraverso anche le annotazioni di Leonardo Mantovani e le analisi di Marco Zunino.
C’è una piramide, c’è un ordine costituito che passa attraverso il confronto, braccia e menti che si annodano: ora serviranno (almeno) cinque rinforzi, un esterno basso (di destra o di sinistra si vedrà), un centrale difensivo; due mediani che abbiano non solo corsa ma anche fosforo e poi il vice-Higuain. La priorità è la zona nevralgica: Maxime Gonalons (25) ha la precedenza su chiunque altro, avendo pure i requisiti richiesti da Rafa ed avendo «colpito» nelle missioni recentissime di Bigon e di Micheli, ma la storia non finisce qua. Perché se per caso a Monaco di Baviera dovesse cambiare qualcosa, allora il Napoli non si distrarrebbe e si lancerebbe con decisione su un calciatore che in realtà ne contiene due: Javier Martinez Aginaga (25), per chiunque Javi Martinez, ha un fisico statuario, ha piedi, sa fare il regista ed anche il centrale difensivo, ha esperienza internazionale, ha una polivalenza che affascina, ha però costi anche rilevanti.
Ma chi può dire ciò che capiterà tra un giorno, tra un mese o due: intanto, nell’elenco ristrettissimo è entrato di prepotenza, con il suo ragguardevole curriculum vitae, che basta ed avanza ad ingolosire un club lanciato a perfezionare se stesso. Il passato conta: perché gli arrivi di Jorginho, Ghoulam ed Henrique sono serviti per dimostrare che il lavoro paga, ch’è stato possibile rinforzarsi andando a scovare laddove nessun altro si è intrufolato. E’ un messaggi per se stessi: credere in ciò ch’è stato fatto. Nei cassetti c’è già il contratto pronto di Koulibaly.
Fonte: Corriere dello Sport
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