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Ciclone Napoli travolge il Palermo

Nulla ha potuto il Palermo contro l'undici di Mazzarri

Il Napoli propone a suon di gol la sua «candidatura». Lo fa esaltandosi con le magìe di due «senatori» (nel senso di lunga milizia): Hamsik e Maggio che si dividono gol e assist (l’ultima rete la riservano a Cavani, ex dal cuore d’oro, imbeccato da Edu Vargas, alla sua prima vera fiammata italiana). Il Palermo avrebbe meritato qualcosa di più: ha retto per quasi un tempo, ha cercato il pareggio (andando vicinissimo al traguardo) per mezz’ora, può invocare un chiaro rigore non concesso (fallo di Maggio su Cetto: non un bell’esordio per gli arbitri d’area) ma la differenza qualitativa alla fine nel calcio si fa sentire.
I siciliani continuano ad avere gli stessi problemi dello scorso anno nonostante l’attivismo tattico di Sannino che dopo pochi minuti ha invertito le posizioni di Cetto e Munoz portando il primo a sinistra e il secondo a destra, nonostante la decisione di mettere Barreto, un destro, a sinistra e un sinistro (Brienza, uscito anticipatamente per problemi muscolari) a destra.  Ma continua a mancare nella squadra siciliana qualcuno capace di riavviare l’azione. Lacune che hanno allungato l’astinenza casalinga dalla vittoria: sei mesi, l’ultima risale al 19 febbraio. Una squadra solida come il Napoli non poteva non approfittarne, anche soffrendo per lunghi tratti. Perché dopo una cinquantina di minuti l’energia ha cominciato a scarseggiare colpendo, ad esempio, Insigne costretto a uscire per crampi. Il rigore avrebbe potuto mutare la dinamica della gara, invece è arrivato poco dopo il lancio in verticale di Hamsik a scavalcare la difesa rosanero con Maggio di gran carriera si ritrovava tutto solo davanti a Ujkani.

BESTIA NERA – La Favorita spesso ha portato fortuna al Napoli. Soprattutto il Palermo porta fortuna ad Hamsik (sette gol in sei stagioni) al quale hanno tolto il cognato ma lui non sembra essersela presa molto a male tanto è vero che ha pensato di inaugurare la nuova stagione firmando il primo gol napoletano.  Nessuno avrebbe potuto immaginare che quel pallone arrivato tra i piedi di Maggio a una trentina di secondi dal fischio finale del primo tempo, potesse essere trasformato nella rete del vantaggio. Ma il terzino della nazionale sotto gli occhi interessati del suo Ct, Cesare Prandelli, ha approfittato del «cuore tenero» di Cetto e Donati che lo fronteggiavano mollemente per mettere in orizzontale al limite dell’area la palla per Hamsik che, come dovrebbe essere noto a tutti, in questi inserimenti che il vecchio Carlo Mazzone definirebbe a «fari spenti», è straordinario. E lo slovacco, ben dentro l’area ha lasciato partire un siluro che è entrato in rete passando a fil di palo. Certo il palo era quello che Ujkani avrebbe dovuto difendere con maggiore determinazione. Però quel gol che il Palermo aveva evitato con una condotta difensiva molto attenta, diversa da quella esibita negli ultimi due anni, ha consentito al Napoli di superare gli imbarazzi di una squadra che, perduto Lavezzi, modificato il modulo, deve ancora trovare i meccanismi. Ieri sera la mancanza di un esterno sinistro di ruolo (eredità della Supercoppa) si è fatta sentire (nonostante da lì sia venuto il cross per la testa di Maggio e la conclusione a porta vuota di Cavani spedita incredibilmente contro la traversa) tanto è vero che il gioco dai ragazzi di Mazzarri è stato appoggiato prevalentemente a destra.
FATICA – Premiato da tanta generosità, Hamsik ha provveduto a ricambiare nella ripresa e, per giunta, nel momento più complicato per il Napoli che faticava a guadagnare metri facendosi schiacciare e mostrando sulle palle inattive le amnesie già emerse lo scorso anno (Cavani è, alla fine, apparso il miglior… difensore liberando continuamente di testa la propria area). La fatica (accentuata dal gran caldo e dalla pesante umidità) ha condizionato la prestazione delle due squadre, con il Napoli apparso a un certo punto in debito di ossigeno. Il raddoppio non solo ha tolto entusiasmo al Palermo, ma consentito ai ragazzi di Mazzarri di gestire meglio (e si sa che la gestione non è il marchio di fabbrica di questa squadra) la gara. Le molte assenze (Pandev, Dossena, Zuniga) hanno pesato nell’economia del gioco napoletano. La differenza, però, alla fine l’ha fatta, anche in maniera rotonda, la qualità di gente come Hamsik e Maggio. E anche quella del piccolo Insigne: molto atteso al debutto. Ha lavorato tanto e ha pure segnato ma a gioco fermo. I tifosi rosanero si sono concessi alla fine una civilissima contestazione. E, in effetti, i motivi di allarme non mancano: difesa friabile, centrocampo poco creativo, attacco che si poggia solo sulle spalle di Miccoli.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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