Tabù infranti. Dopo quasi 43 anni il Napoli ha vinto a Palermo, l’ultimo colpo portava la firma di Altafini. Dopo 98 giorni la squadra è tornata colpire in trasferta: il secondo dei due successi esterni risaliva al primo ottobre, quel clamoroso 3-0 sul campo dell’Inter. Con questo 3-1 si è aperto il nuovo anno per la squadra, che aveva chiuso il 2011 con un 6-1 sul Genoa a Fuorigrotta. Hanno colpito i tre tenori di serata: Pandev (tornato in perfetta forma fisica), Cavani e Hamsik. Era, peraltro, un appuntamento che il Napoli non poteva fallire perché altrimenti avrebbe perso contatto con il vertice della classifica. Può recuperare altro terreno nelle prossime settimane, confortato dal calendario e dalla buona condizione della squadra, che non ha accusato il peso della sosta. Peraltro, la consistenza dell’avversario era modesta: il Palermo è stato insultato per l’intera ripresa dai suoi tifosi, anche dopo la rete della bandiera di capitan Miccoli.
Vargas in tribuna, Lavezzi a casa, è stato Pandev il partner di Cavani. E, com’è accaduto nelle precedenti prestazioni, il macedone è stato efficace contro il Palermo, che si è presentato in formazione rimaneggiata e con il nuovo fantasista argentino Vazquez ancora in rodaggio. I rosanero hanno avuto qualche fiammata nel primo tempo, però dalle parti di De Sanctis sono stati imprecisi: ad esempio, Vazquez (24′) ha clamorosamente sbagliato, solo davanti al portiere, la traiettoria del pallone offerto da Budan. Dal piede mancino di Dossena sono partiti tre cross per Cavani, che di testa ha sfiorato due volte la porta e nell’altra circostanza si è visto deviare il colpo da Benussi. Dopo aver cominciato in posizione di centravanti, il Matador – fischiato dai suoi ex tifosi – ha poi iniziato ad agire ad ampio raggio e da un suo servizio d’esterno a centrocampo per Gargano è partito il contropiede letale per il Palermo (35′). L’instancabile Walter è scattato sulla destra e ha messo il pallone al centro, dove Munoz non è riuscito a coprire su Pandev: perfetta l’esecuzione del macedone. L’ex interista avrebbe potuto colpire ancora al 41′: tiro alto su servizio di Inler. Il messaggio, comunque, era partito: nel Napoli delle stelle sudamericane Goran può aspirare a un posto al sole.
Mutti ha tentato di rianimare il Palermo – al terzo cambio di tecnico in quattro mesi – con Acquah e Alvarez, però completamente differenti erano passo e temperamento del Napoli. E la qualità, ovviamente. Cavani ha raddoppiato (9′) con un destro a giro dalla trequarti, prodezza sulla quale Benussi si faceva trovare impreparato. Il Matador, nel ricordo degli anni belli in rosanero, non esultava e dagli spalti della Favorita partivano applausi. Come quelli che riceveva dalla sponda azzurra Hamsik, che firmava il 3-0 raccogliendo l’assist di Inler, inserendosi in area e dribblando Benussi. Scegliere il tempo giusto per infilarsi tra gli avversari è una delle principali caratteristiche di Marek, peraltro agevolata dai mollicci difensori avversari.
Il resto era accademia pura: al Palermo restava il gol di Miccoli di testa, sfuggito al controllo di Aronica, su assist di Balzaretti. Pochissimo, niente. E i fischi della Favorita erano musica per le orecchie degli azzurri.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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