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«Ci fu una colletta tra i giocatori della Samp per la combine»

Intercettato l'ultrà genoano al telefono spiegava il metodo usato dai giocatori doriani

Cremona. Massimo Leopizzi, capo ultras del Genoa, derubrica a «chiacchiere da bar» le sue parole intercettate dopo l’ultima ondata di arresti nel calcioscommesse a proposito di una presunta combine del derby Genoa-Sampdoria dell’8 maggio 2011 che risultò determinante per la discesa in B dei blucerchiati.
Leopizzi, capelli rasati, giubbetto nero e occhiali da sole, reduce dall’interrogatorio davanti al procuratore Roberto di Martino ci tiene a precisare che quanto ha detto al telefono erano «solo opinioni, sensazioni che ebbero 20mila genovesi» presenti al derby. Ricostruisce quell’incontro all’osteria del Coccio, il 15 maggio del 2011 ed esclude che avesse a che fare con le scommesse truccate. «Volevamo fare il c… a Criscito che dopo il gol non aveva esultato e non aveva festeggiato». E Criscito è ritenuto dagli inquirenti partecipe del presunto accordo, da qui la perquisizione a Coverciano.
Leopizzi torna anche sui disordini del 22 aprile scorso a Marassi dopo la figuraccia con il Siena. «Io non c’ero allo stadio. Sculli durante l’interruzione della partita mi ha chiamato per dirmi che era preoccupato per i due punti di penalizzazione se la partita non fosse ripresa». Poi mostra l’sms che inviò a Sculli prima del derby incriminato finito nell’ordinanza di custodia cautelare: «Ok fratellino, tregua fino a Genoa Siena .. poi LIBERI TUTTI.. con voi liberi di scappare.. se ci riuscite». Per gli investigatori costituiva una minaccia. «Peccato che ci fossero due smile alla fine.. quali minacce», spiega Leopizzi.
C’è però un intercettazione dei giorni scorsi che ha messo in allarme gli inquirenti: Leopizzi dopo il 28 maggio, giorno degli ultimi arresti, parla con un’altra persona e racconta di aver incontrato un giocatore, ancora in attività che non sarebbe né del Genoa né della Sampdoria, il quale gli disse che il derby era stato comperato con denaro proveniente da una colletta di giocatori della Sampdoria. Gli avrebbe anche riferito di una somma molto più alta di quelle ricorrenti (sembra 350mila euro) nell’inchiesta. Anche in questo caso il capo ultras ha minimizzato: non aveva incontrato nessun giocatore e il nome del calciatore lo aveva fatto commentando le novità di quei giorni. Altre chiacchiere da bar, insomma.
È però la seconda volta che nelle inchieste sul calciosommesse si parla di una colletta dei giocatori della Sampdoria per comperare le partite. La prima era stata a Bari, quando Gianni Carella, amico di Andrea Masiello, aveva raccontato di una raccolta di denaro per comperare la partita con il Bari. Masiello si era visto con Angelo Palombo, allora capitano dei blucerchiati e con Stefano Guberti e si era sentito offrire 400mila euro dai sampdoriani affamati di punti. Degli «effetti devastanti» sul derby della Lanterna di cui il procuratore Di Martino ha parlato nell’interrogatorio dell’ex genoano Omar Milanetto potrebbe però occuparsi la Procura di Genova alla quale gli atti potrebbero essere trasmessi in quanto l’episodio non è collocabile nell’associazione a delinquere su cui indaga Cremona.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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