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Chivu e Farfan, l’usato sicuro

Come si rinforza una squadra che in Champions sta sorprendendo per bontà di calcio ed autorevolezza? E soprattutto dove si innestano gli eventuali volti nuovi, in un organico capace di stupire? Chi prendere? E perché prenderlo? Le domande sorgono spontanee e in questi summit segretissimi, con le luci di Castelvolturno che illuminano le notti, l’Europa è setacciata in lungo e in largo e la mappa viene sistematicamente rielaborata: Britos sta per rientrare in gruppo, Donadel dovrebbe presentarsi tra dieci giorni, l’attacco ha appena riscoperto Pandev, il mercato è un subdolo orizzonte, in cui intrufolarsi lanciando sguardi in lontananza, magari progettando l’anno che verrà, riflettendo su Chivu (31) e su Farfan (27) oppure sperando che Giroud (25) diventi accessibile, non un sogno di mezz’inverno.

VENTO DELL’EST – L’idea un po’ retrò risale all’estate scorsa, quando sul libricino della spesa per la difesa viene apposto il nome di Cristian Chivu, il solenne interprete moderno d’un ruolo delicatissimo, il regista difensivo da inserire in un settore capace di evolversi continuamente e però ritenuto carente in fase di costruzione. La storia s’è ricoperta di polvere con il passar del tempo e con gli interventi successivi: prima Criscito, che preferisce lo Zenith; poi Britos che arriva, si rompe e – suo malgrado – costringe all’emergenza; infine, l’autunno: cadono le foglie, s’avvicinando le scadenze di contratto e Chivu, che aspetta fiducioso l’Inter, riemerge dal computer di Castelvolturno. Le tentazioni a volte ricompaiono e quel rumeno è riemerso nelle chiacchierate riservate, una possibilità da verificare, aspettando gli eventi.

VIVE LA FRANCE – La Champions, tra cinque giorni, traccerà la rotta da seguire ma il Napoli ha un orientamento assai preciso, dal quale non derogherà: il bilancio è l’unico vero baluardo inviolabile e il fair play finanziario che ha indotto a lasciar perdere Bojan o Vucinic rimane una priorità d’una società modello. E poi, comprare per il semplice gusto di farlo è capitolo d’una filosofia scartata a priori da De Laurentiis, Bigon e Mazzarri. Però, vietato distrarsi: e, infatti, in Francia c’è materiale umano di primo piano, già individuato e – chiaramente – catalogato: al Montpellier, Olivier Giroud sta segnando in tutti i modi, ventidue reti nella sua stagione e mezza con una delle realtà più fresche del calcio transalpino, un giovincello con l’esperienza giusta. Il Napoli ne ha chiesto la valutazione, l’eventuale disponibilità a trattarlo; e fa niente, se all’improvviso, s’è ritrovato l’Arsenal di Wenger come concorrente. La trattativa resta congelata ma l’ipotesi va tenuta presente in questo gennaio da braccio di ferro sino all’ultimo euro.

E LA BUNDESLIGA? – Non bisogna negarsi nulla, quando si ispeziona il calcio: in Germania, allo Schalke 04, c’è Jefferson Farfan, nazionale peruviano di discrete pretese e però in scadenza di contratto nel prossimo giugno, un altro che eventualmente va considerato tra i papabili alla maglia azzurra.  

La Redazione  

A.S.  

Fonte: Corriere dello Sport

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