Il Chievo di Sartori e l’Udinese dei Pozzo sono di casa tra Cali, Bogotà e Medellin. Il Napoli, con Maurizio Micheli, gira spesso e volentieri da quelle parti. Il Parma sta per tornarci con il direttore dell’area tecnica Antonello Preiti, che intanto dall’ultima Libertadores ha portato sul tavolo del dg Leonardi, relazione e cifre per chiudere, come poi è stato fatto, l’operazione Pabon. «Dopo la partita in Coppa lo rividi in campionato. Ora ripartiremo per vedere cosa altro può offrire questo Paese in espansione». A inizio novembre metterà piede in Sudamerica (e quindi anche in Colombia) anche il Pescara. Sorride David Sale, manager e mediatore romano che conosce ogni centimetro della terra che ha cresciuto Guarin, Quintero, Cuadrado, Muriel e gli altri. «Da anni mi faccio andare via la voce per dire che i colombiani sono calciatori importanti. E credo che uno dei segreti sia nel mix di razze che mette dentro di loro il meglio del calcio di ogni etnia: guardate la diversità somatica tra uno come Falcao e uno come Cuadrado, per esempio. E per tornare al valore che esprime il calcio colombiano, credo che il ranking Fifa sia illuminante: ormai ci tallonano, sono proprio dietro di noi».
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