ll patron del Chievo Luca Campedelli ha concesso una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport:
“Sono otto mesi che buttano fango addosso al mio Chievo. Otto mesi di inferno. Mi trattano come un appestato. Non ci dormo la notte. Le istituzioni hanno giocato sporco, sputato in faccia al Chievo in tutte le maniere. In tv hanno detto che il Chievo gioca in A per un cavillo. Hanno ascoltato Striscia. La Covisoc non mi dice di svalutare i giocatori. E infatti la Covisoc non ha fatto una piega e mi ha iscritto alla serie A il 12 luglio. La Federazione che stava per essere commissariata ha aperto un’indagine senza avvisare il Chievo. Capito? E a noi lo comunica due mesi dopo”.
Ma le plusvalenze ci sono. Che errore ha commesso? “Nessuno. Le plusvalenze erano legittime e non contestabili come testimonia la sentenza, i bilanci corretti. Non erano fittizie. Nessuna operazione è servita per iscriversi. Le società amiche ci sono sempre state e sempre ci saranno. Ma il Milan quante operazioni ha fatto col Genoa? Ai tempi le abbiamo fatte anche noi. Ci sono cicli, hai dei buoni rapporti, è il mercato. Non è una colpa avere società amiche. Pensi che ho venduto Parolo al Cesena che con noi non aveva giocato nemmeno un minuto. Abbiamo un forte settore giovanile, crediamo nelle prospettive e diamo una valutazione. Alcuni come Inglese, Bani, Acerbi escono alla grande, altri no. Voglio che quello che c’è scritto nella sentenza venga applicato a tutti i club per garantire un’equa competizione”
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