L’eroe che non ti aspetti. Nella serata del suo secondo debutto in bianconero, Martin Caceres mette la sua (doppia) firma sulla semifinale con il Milan. Prima un gol facile facile, con la porta spalancata dopo la respinta di Amelia sulla rasoiata di Borriello. Poi una magia dal limite dell’area per fulminare il portiere rossonero. Aveva segnato due gol in novanta minuti soltanto ai tempi del Defensor, all’alba della carriera, contro il Nacional. Così, in attesa dello scontro diretto in campionato in calendario il prossimo 25 febbraio, la Juventus prenota la finale di Coppa Italia. Il biglietto per Roma lo potrà staccare il 21 marzo, quando i rossoneri saranno di scena a Torino. «Sono molto contento a livello personale e, ovviamente, anche per la squadra – racconta l’uruguaiano subito dopo il fischio finale – Ho fatto un gol molto bello, ho visto che potevo piazzare il pallone sul secondo palo e ce l’ho fatta. Ora voglio dedicare questi gol a Daniel Fonseca, il mio manager» . Come premesso, non poteva immaginare un esordio-bis migliore. «La Juventus stava già giocando molto bene nell’ultimo periodo, io non ho fatto altro che cercare di inserirmi nel modo migliore. Nel modulo di Conte mi trovo alla grande. Mi ha parlato tanto prima della partita, dandomi una valanga di istruzioni e indicazioni. Mi era già capitato di giocare in questa posizione in Nazionale e con il Siviglia» . Inoltre, tanto per gradire, la squadra bianconera ha messo sotto il Milan in entrambe le sfide stagionali. E quello lanciato ieri sera ha tutta l’ariadi essere un messaggio per lo scudetto. «No, non è così – conclude Caceres – Proseguiamo ad affrontare gara dopo gara e, se possibile, a vincere»
TURN-OVER – «Martin ha fatto molto bene la fase offensiva: due gol, mi accontento…» sorride Antonio Conte. «Adesso deve entrare nei meccanismi e negli ingranaggi della fase difensiva che gli altri conoscono alla perfezione. E’ un calciatore di grandissime qualità, per noi un jolly importantissimo» . Il tecnico applaude anche gli altri acquisti di gennaio ( «Borriello mi è piaciuto e Padoin ha offerto una buona prestazione: lui aveva già lavorato con me a Bergamo, conosceva la solfa…» ), accenna al cambio d’attacco ( «L’ingresso di Vucinic e Quagliarella è stato determinante» ) poi si sofferma sull’ampio turn-over: «Sicuramente venire a San Siro per una semifinale di Coppa Italia e cambiare per otto undicesimi la formazione dell’ultima domenica poteva sembrare un azzardo: probabilmente, se non fosse arrivato il risultato, l’avrei pagata a livello di critiche, si sarebbe detto che avevo esagerato. Ho proseguito per la mia strada anche per rispetto nei confronti di ragazzi straordinari che mi hanno dato grande disponibilità dal primo giorno di ritiro e sempre grandi risposte: in Coppa, già con Bologna e Roma. Vuol dire che il lavoro duro che facciamo paga: mi hanno colpito l’umiltà, la voglia di fare e di stupire, l’abnegazione di questi ragazzi» .
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