.L’Italia (ri)comincia da tre. O da quattro, lo sa solo Cesare Prandelli. O, forse, ancora non lo sa nemmeno lui. «I numeri non contano, perchè non c’è grossa differenza tra la difesa a tre e quella a quattro. In entrambi i casi ciò che conta realmente è la disponibilità all’aiuto reciproco di chi andrà in campo». A parole, Giorgio Chiellini, uno che giocando in una difesa a tre ha appena vinto uno scudetto, la fa facile, ma la faccenda a pochi giorni dall’impegno contro la Spagna campione del mondo, e dopo due anni di impegni onorati con la difesa a quattro, non è così semplice da risolvere. L’argomento, intanto, tiene banco alla grande e non senza una certa apprensione generale perché l’impressione è che l’Italia, domenica a Danzica, sarà costretta a fare una partita molto difensiva. Il ct Cesare Prandelli anche ieri ha continuato le prove e in serata ha salutato il cagliaritano Astori, richiamato dalle vacanze in Usa per sostituire (eventualmente) l’infortunato Barzagli (domani la decisione se farlo restare o meno).
La scelta (ufficialmente) non è stata ancora fatta. Tutto, però, lascia pensare che davanti a Buffon ci sarà una linea a tre, con De Rossi il più centrale dei centrali. Un adattato, insomma, anche se il romanista quel ruolo l’ha già conosciuto (in una difesa a quattro, però) , «ricordo che Daniele ha giocato da difensore proprio contro la Juve ed è stato il migliore in campo», spiega Chiellini.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
