Gli inizi alla Rai di Napoli. Anni passati all’hotel Vesuvio nel segno di Maradona imperante. Mazzarri, Lavezzi, Mourinho protagonisti delle interviste impertinenti di Piero Chiambretti. Fede granata. «Ci sono rimasto malissimo quando il Napoli non ha battuto la Juve».
Sabato c’è Torino-Napoli. Come finirà?
«All’andata voi dite che ci fu un mezzo regalo di Aronica ma credo che meritassimo di vincere. Rispetto alla partita d’andata sono cambiate tante cose. Tutto può succedere. Tra le due però sembra stare meglio il Torino».
E il Napoli?
«Deve ancora dimostrare di poter far suo il secondo posto. Nonostante sia una grande squadra che ha galoppato tutta la stagione non ha ancora definito il suo futuro. Poi ci sono state le polemiche su Mazzarri e Cavani. Certo l’apoteosi è macchiata dall’amarezza di non aver vinto lo scontro in casa con la Juventus».
Il Napoli sembra sempre pronto a diventare una grandissima squadra e poi?
«Se al Napoli manca sempre una lira al Torino ne mancano due. Poi bisogna tener conto del tifo che vive nel ricordo di Maradona. Un fantasma nel bene e nel male. Ma per una squadra del Sud, senza pensare ai complotti, è sempre più difficile. Continuate così senza privarvi dei gioielli».
È più difficile intervistare Lavezzi a Parigi o Cavani a Napoli?
«Lavezzi è intervenuto su Radiodue a Chiambretti ore 10. È brillante, divertente, dice di non rimpiangere Napoli ma credo ci sia una certa nostalgia di fondo anche perché a Napoli era il numero uno. A Parigi, uno dei tanti. Per Cavani è più complicato. Forse le polemiche relative ai gossip l’hanno reso più diffidente».
Le piace l’idea di De Laurentiis dello stadio senza curve?
«È innovativa, stimolante, ma uno stadio senza curve sembra una macchina senza ruote. Se poi per motivi di sicurezza o bilancio l’assenza della curva significa uno stadio meno violento, allora viva lo stadio senza la curve. Credo però che l’educazione sportiva non debba nascere da uno stadio blindato ma da una scuola che forma i bambini».
Mazzarri?
«Persona seria, diretta. Credo che abbia fatto bene a tagliarsi i capelli e dovrebbe ricordarsi di non essere più un ragazzino. La società dovrebbe tutelarlo invitandolo a non togliersi la giacca soprattutto a cinque gradi sotto zero. Magari se vuole restare in camicia si metta una panciera».
Torino si è rilanciata con le Olimpiadi. Cosa servirebbe a Napoli?
«Problemi antichi che le amministrazioni non hanno mai risolto diventando cronici. Ci dovrebbe essere più attenzione da parte del governo centrale. Se Napoli fosse in Germania sarebbe l’ideale. Forse si avrebbe meno talento ma le sue bellezze naturali e culturali ne farebbero un gioiello. Ricordo un mio spettacolo e mi impressionò l’accelerazione che istituzioni, Regione, Università diedero a questo centro siderurgico trasformato in energia culturale. Le immagini dell’incendio sono state dolorose».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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