Domani per il Napoli sarà una giornata particolare, non solo per la possibilità di agguantare il secondo posto solitario (addirittura il primo nel caso il Milan perdesse il derby) ma anche perché seduto alla panchina laziale ci sarà una persona eccellente che tanto ha dato a questa città negli ultimi anni.
Edoardo Reja nato a Gorizia il 10 ottobre del 1945 è un uomo con una classe disarmante, astuto, umile, lavora a testa bassa, con fierezza, accettando le critiche talvolta ingiuste, sempre con lo spirito positivo di una persona che vuole dimostrare se stesso, il suo lavoro… attraverso i fatti!
Il tecnico Goriziano esordisce come allenatore addirittura nel 1979 guidando numerosissime squadre delle serie minori, affermandosi in serie B nel corso degli anni novanta. Nel 2005, dopo la fortunata esperienza di Cagliari, arriva al Napoli ed è qui che indubbiamente l’allenatore friulano ha l’esperienza più intensa di tutta la sua carriera.
Come possiamo dimenticarla?
La rinascita del club partenopeo è spesso associata alla figura del presidente De Laurentiis e a quella del ex direttore Pierpaolo Marino, i loro meriti, lautamente ripagati dal punto di vista economico, sono evidenti e mai mi sognerei di negarli, perché assieme a questo illustre tandem ci dimentichiamo di inserire la chiave di quello che dovrebbe essere un fantastico trio? Perché non ci soffermiamo su quell’uomo che è stato il vero cuore del risorgimento calcistico napoletano?
Edy non si è mai preoccupato della popolarità, dietro le quinte, ha saputo prendere una squadra dalla serie C e l’ ha portata a Lisbona…in 4 anni. Diede un’ anima a quel Napoli, un gioco, ha sedimentato un idea di crescita giorno dopo giorno, ha cresciuto campioncini e se Hamsik, Lavezzi e Gargano sono gli assi di oggi lo devono anche e soprattutto al tecnico di ieri.
Come possiamo dimenticarci dell’anno in serie B, l’annata più bella del campionato cadetto, quando festeggiammo insieme al Genoa e fummo di poco sotto la Juventus, e poi…le prime vittorie contro le big dell’anno successivo, il 3-1 a Napoli che eliminò il Milan dalla Champions e ci portò in intertoto…
Eppure in tutti questi anni, non sono mancate le critiche ossessive, talvolta personali, al tecnico friulano. L’isterismo giornalistico votato alla misera conquista di un titoletto o di un posticino in una Tv locale a scopo economico privato e personale di alcuni “illustri” critici napoletani non ha dispensato l’ex-allenatore da uno stillicidio di colpe anche nei momenti vincenti.
“Non è l’allenatore adatto al Napoli, è un tecnico mediocre di serie B”,
“il Napoli vincerà anche, ma non gioca bene, non impressiona”,
“Reja non sa gestire i giocatori” , quante ne ho sentite in tutti questi anni.
Come posso dimenticare la polemica su Savini esterno sinistro, oppure sul Napoli diesel… fortunatamente la sobrietà di Edy ha sempre insegnato tanto, soprattutto a quegli illustri “Soloni” , come li apostrofa il presidente De Laurentiis, che magari non hanno cambiato il loro modo di fare, ma è certo che almeno hanno ricevuto le loro sconfitte attraverso i fatti.
Questo non vuol dire, però , che Edy non ha fatto i suoi errori, che ad un certo punto il feeling fra lui e il Napoli era destinato a finire, tutte le esperienze belle hanno un inizio ed una fine… Reja ci ha insegnato che la vita è fatta di vittorie e di sconfitte, l’importante è rialzarsi sempre più forti di prima, forse l’allenatore non ha mai avuto la fortuna di trovarsi al momento giusto nel luogo giusto, non è stato baciato dalla dea bendata come altri che senza esperienza, si sono trovati a guidare le grandi squadre italiane e magari hanno fallito, ma per noi Edy ha vinto la coppa più importante che può essere ambita nel Calcio: il nostro cuore! Forza Edy… domani rivali, dopodomani di nuovo amici!
Mario Carleo
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