Davide Zappacosta, terzino del Chelsea, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport.
Come si trova a Londra?
“Pensavo di trovarmi peggio: avevo paura e non sapevo la lingua, ma i compagni mi hanno aiutato a inserirmi e nel quartiere dove abito, a Chelsea, ho incontrato tanta gente italiana che mi ha fatto sentire a casa. Uno su tutti il mio amico Aaron, proprietario di un ristorante dove vado spesso”.Che differenze ci sono tra Inghilterra e Italia?
“Cambia tutto. Consuetudini, orari… anche se alla fine ci si fa l’abitudine. Qui il tempo è sempre grigio, una delle cose che mi manca di più è il sole”.E in campo?
“C’è molta meno tattica, ma più corsa e fisicità. Qui a fine partita si arriva distrutti”.È vero che in estate poteva tornare in Italia?
“Sì, mi aveva cercato l’Inter. Me ne aveva parlato il mio procuratore Alessandro Lucci, anche se io sono sempre rimasto concentrato sul Chelsea”.E se a gennaio ricapitasse l’opportunità?
“Ho un contratto di altri tre anni qui e voglio pensare solo a far bene con il Chelsea. C’è tanta concorrenza, ma voglio conquistarmi la maglia da titolare. Poi è chiaro che se dovessi trovare poco spazio… Penso che a nessun giocatore piaccia stare fuori”.Anche perché c’è un posto in Nazionale da conquistare.
“E’ uno stimolo che mi spinge a dare sempre qualcosa in più. Mancini l’ho visto per l’ultima convocazione in occasione delle tre amichevoli, poi non ci siamo più sentiti”.
Su Sarri e Conte:
“Entrambi studiano a fondo gli avversari, curano l’organizzazione della squadra. Antonio, però, ha degli schemi prefissati. Sarri vuole tocchi veloci e possesso palla. E’ simpatico, spesso fa battute che però la maggior parte delle volte capiamo in pochi perché sono in italiano. E mi ha stupito con il suo ottimo inglese
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