Il dna è qualcosa di affascinante: una doppia elica di basi azotate per svelare chi siamo e da dove veniamo. A volte può essere una sentenza, altre una speranza. Un esempio di quest’ultima è la famiglia Insigne, gli autori di questo splendido prodigio mamma Patrizia e papà Carmine.
Frattamaggiore, trentamila anime alla periferia di Napoli. Alla televisione le gesta di Maradonainfiammano i tifosi napoletani, facendo crescere il mito del numero dieci per eccellenza, il trequartista. Intanto la famiglia Insigne prende forma e dal 1988 al 1995 cala un poker di fiocchi, manco a dirlo, azzurri. Antonio, Lorenzo, Roberto e Marco. Nessun Diego. Una famiglia umile, senza grilli per la testa. Famiglia e lavoro, prima di tutto. Sessanta metri quadri di casa racchiudono pianti, sorrisi, gioie e delusioni. Anche un cane dal nome Pocho. Tanto per rimanere in tema.
I ragazzi però sono vivaci. Antonio e Lorenzo nello slargo sotto casa fanno sfracelli col pallone: mamma Patrizia nel ruolo di paciere con i vicini stizziti. Eppure tutta ‘Fratta’, col tempo, inizia a capire come quegli scugnizzi tanto spigliati quanto educati abbiano una marcia in più. Studiano, lavorano (per comprarsi le prime scarpe coi tacchetti) e trovano comunque il tempo di giocare a pallone, nel mito di Del Piero. Con questa grinta, i risultati nella vita si ottengono eccome.
Antonio e Marco aprono e chiudono la scena: il palcoscenico è quello dilettantistico, ma i gol mantengono intatto il marchio di fabbrica familiare. Lorenzo e Roberto, i due di mezzo, sono arrivati a calcare i campi del professionismo. E che professionismo! Beh, di Lorenzo sappiamo tutto. Oggi rappresenta l’icona di un Napoli in crescita, dopo la splendida vittoria contro laJuventus. La firma d’autore è proprio la sua (presenza numero 100 in Serie A), completata dalla rete di Higuain. Trequartista o attaccante esterno, poco cambia. Lorenzo è in fiducia e viaggia a briglie sciolte, sotto l’occhio paterno di Sarri, che gongola ad ogni sua invenzione. Il fiato sospeso degli spettatori del San Paolo alla sua uscita è più che giustificato. Pesando a dovere le parole, forse dai tempi di Maradona, Insigne è il giocatore con le caratteristiche più simili a Diego ed è per questo che i tifosi azzurri, dopo un periodo di odi et amo, hanno definitivamente scelto il sentimento da provare. A pochi chilometri di distanza c’è Roberto, in prestito dal Napoli all’Avellino. Oltre ai legami di sangue, i due fratelli vivono lo stesso dubbio amletico: trequartista o esterno d’attacco. Com’era quella storia del dna? Già. Oggi, però, al San Nicola di Bari Roberto è stato schierato da mezzala, a far legna a centrocampo su un campo difficile. Lui non si è tirato indietro ed il premio è stato il suo primo gol in Serie B, che purtroppo non è servito per evitare la sconfitta alla sua squadra.
Un weekend pieno di emozioni per la famiglia Insigne: le conferme e la preoccupazione (mitigata nelle ultime ore) per Lorenzo e la gioia per Roberto. Col senno di poi, i vicini di casa si sentiranno un pò in colpa per le lamentele verso quei ragazzi vivaci, ora uomini a portare in alto la famiglia Insigne.
fonte: gianlucadimarzio.com
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