Cavani traghetta il Napoli oltre i veleni: «Stavamo passando un periodo un po’ brutto e anche con il Dnipro a lungo abbiamo avuto la sensazione che non voleva andare via questo momento storto. Ma ora mi godo questa vittoria, è stata bellissima e meritata». 4 gol in una sola gara. Mai gli era successo prima di adesso. La legge del Matador: 13 gol in 13 partite, una media stratosferica di un gol ogni 83 minuti da quando è iniziata questa stagione. Nessuno è come lui, neppure tra i grandi del calcio europeo. Dovrebbero raccogliere le firme per dargli il Pallone d’oro, con la P maiuscola. Il principe di Salto si riprende il San Paolo, si riprende il Napoli: è così in forma da trasformare in oro ogni pallone che tocca. Non è più solo un giocatore di talento, Edinson Cavani è un pezzo di storia del Napoli e Mazzarri se lo mangia con gli occhi. «Ognuno nel suo ruolo fa quello che deve fare, siamo tutti uniti. Tutti vogliono dare il 100% per la squadra e io penso ieri in Europa League di averlo dimostrato», replica gelando chi gli fa notare che il Napoli senza di lui quasi non conosce la via del gol. Implacabile, spietato, gelido e insaziabile: 6 triplette da quando indossa la maglia azzurra (Juve, Milan, Sampdoria, Utrecht e due volte la Lazio) ma mai aveva calato il poker che rilancia il sogno europeo della squadra di Mazzarri. «La classifica dice che siamo secondi ma è ancora tutto molto complesso. Ora andremo in Svezia e poi vedremo». Cavani non si pone limiti. È sereno, gioioso Quattro gol in tre giorni,il problema ai flessori della coscia sinistra che così tutti in ansia aveva tenuto è ormai alle spalle: «Dobbiamo restare sereni ed essere coscienti delle nostre potenzialità. Siamo un’ottima squadra, abbiamo dei giocatori importanti e anche chi non va in campo molto spesso è forte e può dare il suo contributo in ogni circostanza». Inutile scuoterlo, inutile cercare in lui una frase ad effetto. Cavani è pura fantascienza applicata al calcio. Con lui in queste condizioni per il Napoli non ci sono limiti, né in Italia né in Europa. «La stagione è appena iniziata, siamo ancora in corsa in campionato e anche in Coppa. Spesso non capisco perché c’è tanta delusione dopo una nostra non vittoria. Non possiamo vincere sempre», dice da leader, riferendosi senza mai parlarne ai fischi che hanno accompagnato la squadra appena tre giorni fa e che, probabilmente, hanno lasciato il segno. Il Dnipro cade in Europa League per la prima volta,il sorriso timido di Edi è quasi contagioso. Ma ha un piccolo rimpianto: «Dedico il gol alla mia famiglia, siamo in attesa di un bimbo e non sono riusciti a venire allo stadio». Maria Soledad è rimasta a vedere la gara a casa, la prima telefonata una volta negli spogliatoi è stata per lei e per Bautista. «Hai visto che gol ha fatto papà», ha detto Edi commosso. Con i quattro gol firmati ieri sera Cavani è salito a quota 79 saltando in un sol colpo Savoldi, fermo a quota 77. Ora il Matador è il sesto bomber della storia del Napoli. Il prossimo obiettivo, però, è lontano: 96 i gol di Antonio Careca, quinto nella classifica. I numeri fanno il fuoriclasse, un poker calato che riporta alla mente quello di Maradona contro la Lazio, nella stagione 1984/85. «Piano piano andrò a prenderli tutti…». Ramos lo scuote: «Lui vale quanto tutto il mio Dnipro messo insieme, 60 milioni di euro». Una valutazione che gli pesa. Cavani non ne parla: è il cuore e l’anima del Napoli. «Sono felice, per la squadra e per il pubblico. È stata una gioia immensa». La sua terza gara in Europa League in questa stagione,la sua quinta rete. Bomber purosangue, Edi: nelle notti europee ha sempre brillato. Prima stagione, 7 gol in 10 presenze. Lo scorso anno, in Champions, 5 gol in 8 gare giocate. «Io i numeri non li vedo mai, io segno solo per far vincere la squadra senza mai pensare ai record o alla classifica dei cannonieri», ripete il Matador, cuore immenso di un Napoli che si riscopre grande. E che adesso vede molto più vicini i sedicesimi di Europa League. E che sventa quasi in extremis, una nuova, pericolosa e immeritata contestazione del pubblico. «A Genova andiamo per vincere. Non è una novità: noi giochiamo per vincere ogni volta che andiamo in campo». Parola del Matador.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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