Ma va, eccome va: e dal diciassette marzo la macchina infernale procede a ritmi vertiginosi, imponendo la propria autorevolezza, ignorando i mutamenti genetici, restando fedelmente se stessa. Va, eh sì che va: in casa e fuori, senz’incontrare ostacoli, frantumando grandi e piccole, passando da un sogno all’altro, divertendosi come matti, concedendosi con Matador o con Pipita , difendendo come le pare, attaccando con tre tenori o con i fab four e comunque segnando. Ladies & gentleman, benvenuti alla giostra del gol, quel congegno guidato da una serie d’indemoniati che sa esorcizzare i divori (da Cavani, ad esempio) e lasciarsi scivolare addosso qualsiasi presunta, presumibile o prevedibile crisi d’ambientamento (di Higuain, forse). Sette mesi di Napoli e sono cartoline tutte d’un azzurro intenso, vivo, vibrante: saluti spediti da qualsiasi angolo d’un Paese preso a pallonate, ma mica solo a Fuorigrotta, mostrando il lato migliore del calcio.
L’ABBUFFATA – E’ la ventinovesima del torneo che sta per segnare la «rivoluzione» ideologica in panchina e in campo, l’addio alla difesa a tre, l’avvento d’un tecnico di respiro internazionale, la separazione da Cavani: c’è la Champions in testa e Verona è stata appena (di nuovo) fatale. Ma la svolta è nell’aria e il pericolo – contro l’Atalanta – viene scacciato via dalla doppietta d’un matador insaziabile e da Pandev che quando stanno quasi per scivolare i titoli di coda sistema la pendenza con il destino. E’ da quel momento che il Napoli procede a testa altissima, non s’oscura mai: in dieci di «quel» campionato fanno venticinque reti, media facile facile di 2,5, con Cavani (of course) capocannoniere con dieci reti in due mesi esatti, il sorprendente Dzemaili che gli sta dietro a sei, Pandev che si scatena e ne trova quattro, due li fa Hamsik, uno a testa Insigne, Inler ed Astori, che dà un a mano nel 3-2 a suo modo decisivo per regalarsi il secondo posto alle spalle della Juventus, evitare la tagliola degli spareggi e soprattutto concedersi un’estate priva di stress e programmabile.
REPETITA JUVANT – Pensavate che fosse un caso e invece siamo alla normalità o, se preferite, alla continuità: il Napoli non ha mai smesso di segnare (a parte nell’amichevole delle seconde linee a Cesena; a parte nel 2-0 dell’Arsenal: poi sempre, ma sempre): e in altri due mesi (scarsi) diciotto gol in sette partite (media addirittura ritoccata: 2,57), con Hamsik che ne ha fatti cinque, con Higuain che se ne è regalati tre – come Pandev – con Callejon che ha dimostrato di non essere solo un’ala ma pure un bomber, e per lui sono quattro; e poi un autografo da Britos, uno da Dzemaili e un altro da Inler, tanto per restare in tema, per non perdere il vizio. Per arrivare alla supersfida, a Roma-Napoli, con numeri da grande (partita).
Fonte: Il Corriere dello Sport
La Redazione
M.V.
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