Il Matador che non mata. La capacità c’è, solare, evidente, provata dai numeri: Cavani ha piazzato trentatre stilettate mortali nella scorsa stagione. Strepitose corride, due orecchie, ovazione e giro dell’arena. Un trionfo. Allora qual è il problema? Il Matador è entrato disarmato nell’arena, all’Allianz Arena. Non per sua scelta o precisa volontà: disarmato ce l’hanno mandato. Gli hanno tolto
lo strumento per far male al Bayern e portare benefici al Napoli. Cavani mediano non serve. Il Matador defilato sull’esterno, tra metà campo e la linea difensiva, a guardia del bidone di benzina. Snaturato e disarmato, messo nella condizione ideale per non colpire. E non ha colpito, neppure per sbaglio. Normale, scontato, matematico. Serve a cosa il Matador a centrocampo, comunque esterno, e non prima punta di riferimento? Al Napoli così non è utile, dà meno di niente. Il mestiere di Cavani è un altro: fare gol in quantità industriale, in qualità di ariete di un certo tipo. Una professione precisa, chiara, nella personale interpretazione di attaccante moderno che si mette al servizio della squadra, non solo del gol. Agendo però sempre in posizione centrale, salvo i ripiegamenti che lui, generoso come pochi altri attaccanti, ritiene e sceglie di fare. Una scelta che non deve essere un obbligo, come si è avuto modo di vedere e constatare all’Allianz Arena. Se avete dubbi, abbiate la pazienza di andarvi a rivedere le trentatré esecuzioni del Matador nella sua prima, rutilante, entusiasma stagione napoletana. Gol in serie dalla sua posizione, le rare eccezioni a conferma di una precisa regola. Cavani fisso sulla fascia sinistra, fluttuante da Boateng e Thomas Muller: un nonsenso, se permettete. Miseri i risultati: il Matador non pervenuto in zona gol. Non si ricordano conclusioni a rete degne di questo nome. D’accordo Batstuber è un lentone, Van Buyten ancora di più, però non stiamo parlando, con tutto il rispetto di Ferronetti e Danilo, i centrali proposti da Guidolin al San Paolo nella più improbabile versione dell’Udinese. Il Matador esterno sinistro anche in quella circostanza almeno dei primi diciannove minuti. Tornato in posizione centrale, la sua posizione, Cavani ha servito di testa a Lavezzi l’assist per il ritorno al gol del Pocho. Non accadeva da 366 giorni. Una prova tecnica di
Bayern o che cosa? Cavani defilato sulla sinistra, più mediano che attaccante,e Lavezzi punta centrale. La strepitosa velocità del Pocho per creare disagi e imbarazzi a Batstuber e Van Buyten. Il Pocho il suo l’ha fatto, come sempre. Nei primi minuti in particolare è andato via alla coppia difensiva del Bayern; cross e inviti sono però caduti nel vuoto. Il Matador non li ha potuti raccogliere: veniva da troppo lontano, notevole lo spazio da coprire, impossibile fare da puntuale rimorchio. Un lavoro scomodo, non per lui, non per Cavani. Se le cose stanno così, cambiamogli il soprannome. Privato del suo habitat, il Matador non può matare nessuno. E così Napoli rischia a gioco lungo di perderlo, i club più ricchi d’Europa sono disposti a fare follie per lui. Sarebbe dunque consigliabile e auspicabile un ripensamento: il Napoli va ridisegnato sulla sua versione originale. Mazzarri, studioso attento e maestro di calcio, sa come agire e cosa fare. Anzi, lo avrà già fatto. Domenica sera la verifica: la difesa della Juve è un’occasione.
Fonte: Il Domani dello Sport
La Redazione
M.V.
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