NAPOLI – Giù il cappello: perché i fumi d’una sconfitta annebbiano ma non demoliscono e quel gentiluomo che si lascia alle spalle Napoli dimostra non solo di essere un grande allenatore ma pure un personaggio positivo: «Ho tirato fuori il peggio di me, nella circostanza dell’espulsione. Chiedo scusa. E complimenti al Napoli: squadra fortissima, che può fare strada». Bisogna saper perdere: e, minuto novantaquattro, quando ormai è finita e del Borussia Dortmund è rimasta solo la fiammata conclusiva, Jurgen Klopp prende la parola e la utilizza per mostrare l’altra faccia di sé, quella nota, che spazia negli spogliatoi e merita le citazioni. «Non dovevo esagerare con l’assistente dell’arbitro, ma l’ho fatto. E’ stato solo un problema mio, ma ormai è fatta. E per quanto riguarda la partita, la sconfitta è meritata: eravamo molto frenetici, forse ha contribuito l’ambiente. Però ha vinto chi ha giocato meglio: Benitez ha giocatori eccezionali. Ma noi siamo una squadra autocritica, non ci fermiamo in superficie: sapremo analizzare questa partita nel modo migliore». Il premio fair-play intanto è il suo.
L’ATTESA DELLA SUDKURVE – Per la chiusura dei conti tra Napoli e Borussia Dortmund adesso dovranno trascorrere 89 giorni. L’epilogo del nuovo duello italo-tedesco in Champions è in calendario martedì 26 novembre, nel penultimo turno della prima fase della competizione. E si può essere certi che quella sera rulleranno con un frastuono assordante tutti i tamburi gialloneri che la pubblica sicurezza del San Paolo ha rifiutato nella partita di andata. « Nella finalissima di maggio a Wembley i nostri tamburi sono stati ammessi con l’autorizzazione della Uefa, a Napoli ce li hanno vietati – racconta Jens Volke, funzionario del Borussia addetto ai rapporti con i tifosi – E ci saranno anche i megafoni per orchestrare i cori d’incitamento al Borussia. Al San Paolo, gli organizzatori locali ci hanno costretto a rinunciare pure ai megafoni». Volke, buon conoscitore dell’Italia, non se lo aspettava nella città dei botti di Fuorigrotta.
Al Signal-Iduna Park, tamburi e megafoni invece ci saranno, eccome. Ma soprattutto ci sarà l’impressionante “muraglia gialla” che è il dodicesimo giocatore del Borussia. E’ una massa ondeggiante di maglie, berretti e sciarpe “giallo Borussia” che gremisce la Sudkurve. Sono 25mila posti che i fedelissimi si tramandano di generazione in generazione. Un inesauribile polmone collettivo che non si stanca mai di sostenere i propri beniamini con lo storico urlo: Be-Fau-Be. Che sono le iniziali, pronunciate in tedesco, dell’ultracentenario club di Dortmund. E non sono poche le ugole tricolori a scandire la magica sigla, perché nella regione vivono più di 200mila italiani e molti tifano per le “Klopp-Truppen”. « Penso che i nostri sostenitori italiani, nella gara di ritorno ci tradiranno e tiferanno per il Napoli» prevede Jens Volke.
Fonte: Corriere dello Sport
La redazione
F.G.
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