Il derby no: e invece, quando il destino ha cominciato a rotolare, e la tv ha spazzato via le terze e poi le seconde scelte, la Spagna è divenuta «terra sua», pure per il futuro, per un 27 agosto nel quale ci sarà da restar lucidi e freddi, anzi glaciali. «Sicuramente tra le cinque possibili avversarie, con l’Athletic ci è capitato l’avversario più difficile» . Ipse dixit: ed è una verità inattaccabile, inconfutabile, semmai rafforzata dalla cultura d’un señor che sa bene cosa voglia dire giocare in quell’inferno. «I cinquantamila del San Mames dànno una grande spinta».
AVANTI. E con giudizio: ricominciando a corricchiarre, assumendo nozioni di tattica e degli avversari, studiando senza pausa l’Athletic Bilbao ed il suo calcio senza pausa. Meno dieci al 19 agosto e ciò che resta da fare, a questo punto, è ripassare le proprie giocate, non fasciarsi assolutamente la testa – consapevoli della propria forza – e cominciare ad essere il Napoli di Benitez nella sua espressione più completa: 4-2-3-1, certo, però con intensità, con il «vero» Zuniga che non s’è mai visto un anno fa ed un Higuain che sia assai prossimo al vero pipita, con gli esterni offensivi che attaccano e coprono e la mediana che interdice e costruisce, poi si vedrà con quali interpreti. «Sia chiara comunque una cosa: il Napoli è preparato ed è determinato, perché vuole raggiungere il proprio obiettivo».
IL PONTE. Che collega al San Paolo e poi al San Mames è in quel passato che ritorna, nella capacità di prendere a sberle – e sul serio – prima il Borussia Dortmund, poi l’Olimpyque Marsiglia e infine l’Arsenal, tre vittorie e sette reti segnate. E però stavolta si va al «faccia a faccia», in un «dentro o fuori» che arriva all’inizio della stagione e l’indirizzerà: «Saremo pronti» .
L’ottimismo della volontà è nei precedenti dell’epoca Benitez, nelle statistiche vanno a sfidare i terribili precedenti del calcio italiano con la fortezza dell’Athletic Bilbao, nella solidità d’una squadra che sa bene, ormai da un anno, cosa le chiede il proprio allenatore e cosa s’aspetteranno i sessantamila annunciati da dieci giorni al San Paolo, pure questa una fortezza, un bunker o magari il cosiddetto uomo in più. «Sarà una gran bella sfida e saranno due partite molte intense».
IL CALENDARIO. Il sorteggio per nemico, eh sì, ma Castelvolturno s’è lasciato alle spalle (di corsa) gli effetti appena appena preoccupanti d’un accoppiamento da evitare ed ha ricominciato a mettersi in marcia direzione Champions: il solito riscaldamento per cominciare, poi gli esercizi in palestra e per chiudere il lavoro tattico, il possesso-palla, una salutare partitella senza porte: per lasciarsi dinnanzi l’ottimismo d’un orizzonte infinito, privo d’ostacoli; per cominciare ad abbattere quel velo di umanissima preoccupazione che s’è impossessata di Napoli e che Benitez ha ricacciato lontanissimo a modo suo: « Sicuramente tra le cinque possibili avversarie a noi è toccata quella più difficile, perché affronteremo una squadra che gioca un buon calcio e perché in casa loro, al San Mames, riceveranno una grande spinta. Ma il Napoli è preparato ed è anche determinato e vuole raggiungere quell’obiettivo… ».
The champiooooons: musica, señor.
Fonte: Corriere dello Sport
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