Il Napoli lascia tre punti pesanti in chiave Champions sul prato dello stadio Dall’Ara. Lo spedisce ko un Bologna che vede dapprima gli azzurri dominare e sprecare troppo, poi arriva la debacle: i rossoblu si organizzano e finiscono la partita da dominatori. Finisce con 10mila cuori azzurri in trasferta ammutoliti. E con una sconfitta facile da interpretare: i soliti errori in difesa, che hanno causato il pesantissimo 2-0, e la scarsa lucidità sotto porta, dove Hamsik e soprattutto Cavani si sono mangiati l’impossibile. Solo un miracolo domenica (ultima giornata) può riportare il Napoli in zona Champions, miracolo che può avvenire se gli azzurri superano il Siena, l’Udinese perde e la Lazio non batte l’Inter. Cielo grigio su Bologna e sullo stadio dei sogni, dove nel ’90 il Napoli aveva allungato le mani sullo scudetto. L’ultimo quarto d’ora Mazzarri lo ha vissuto seduto in panchina perché sul 2-0 si è allontanato il preliminare Champions dopo essere stato molto vicino grazie ai dieci punti conquistati in quattro partite. La squadra è crollata in prossimità del traguardo, le chance si sono notevolmente ridotte: a 90′ dalla fine gli azzurri stati scavalcati da Udinese e Inter, non basterà battere il Siena tra sei giorni al San Paolo ma bisognerà confidare nei gol del Catania e dell’Inter.
L’allenatore ha allargato le braccia dopo aver visto il Napoli sfiorare cinque volte il gol nel primo tempo (due traverse), prima e dopo la rete di Diamanti, che ha sfruttato l’ennesimo imbarazzante errore stagionale della difesa. Pessima la ripresa, il Napoli è rimasto a guardare sul 2-0. Pioli, allenatore imbattibile per gli azzurri, aveva schierato otto uomini davanti ad Agliardi, portiere chiamato nel primo tempo a una serie di prodezze, compresa quella sull’avventato colpo di testa del compagno Cherubin che ha sfiorato l’autorete.
Efficaci e convinti gli azzurri solo per un tempo. La rete di Rubin ha sottratto le ultime energie psicofisiche ai giocatori, che nel finale hanno perso anche la testa: si è scatenata dopo un intervento di Zuniga la rissa che ha portato all’espulsione di Dzemaili e Morleo. Sostenuto dal suo popolo appassionato, il Napoli è partito forte. In cinque minuti la respinta di Agliardi su Hamsik e la traversa di Cannavaro, avanzato palla al piede per sessanta metri.
Ma al primo impaccio della retroguardia ecco il gol del Bologna, firmato da Diamanti: il bruciante sinistro del trequartista, in odore di Nazionale, ha affondato De Sanctis con Inler e Britos rimasti clamorosamente a guardare. Non avendo un’adeguata spinta sulle fasce (in ombra Maggio, sostituito ad inizio ripresa, e Zuniga è stato annullato dall’ex azzurro Britos), il Napoli ha cercato di avanzare per vie centrali. La traversa e la mano di Agliardi hanno evitato l’autogol di Cherubin, poi si è presentato tre volte al tiro Cavani: prima la traversa, poi un tiro a lato e un altro respinto da Agliardi, fiammate prima di una ripresa senza acuti. Mazzarri procedeva al cambio dell’evanescente Maggio, inserendo Lavezzi, peraltro lontano da un’accettabile condizione fisica e forse con i pensieri altrove: al Pocho riuscivano un paio di scatti e un tiro su punizione da venticinque metri prima che il Bologna approfittasse di un altro errore, sul lato destro della difesa, per raddoppiare con Rubin, entrato dai sei minuti e sfuggito ancora ad Inler, e mandare nello sconforto Cavani e compagni.
La squadra si eclissava, faticava perfino a superare la metà campo, mentre Di Vaio, all’ultima apparizione in rossoblu, cercava con tutte le forze il gol del congedo: un palo e altri due tiri. Qualche azzurro la prendeva male, evidentemente disturbato dalla serietà del Bologna, che orgogliosamente non ha concesso né spazi né punti al Napoli, arrivato con la speranza di chiudere i conti Champions. Sì, probabilmente questo ieri è accaduto al Dall’Ara, ma in un altro modo. Il peggiore.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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