Riunioni su riunioni, ma per ora è fumata bianca: non si sa ancora come, e se, cambieranno le due Coppe europee, la Champions League e l’Europa League, dalla stagione 2015 in avanti. Nonostante tutti gli sforzi di Michel Platini, brillante e rivoluzionario presidente Uefa, non è stato ancora trovato un accordo. Il vero problema è il divario enorme che esiste fra la Champions e l’Europa League, che ha preso il posto della Coppa Uefa. Chi vince la Champions può mettere in cassa infatti 50 milioni di euro, chi vince l’Europa League deve accontentarsi di 10 (incassi esclusi). Una differenza di 1 a 5. Enorme. E che scoraggia molti club, in passato soprattutto gli italiani. Adesso è probabile, anche su proposta di Giancarlo Abete, vicepresidente Uefa, che la vincitrice dell’Europa League, e forse anche la finalista, vengano ammesse nella Champions della stagione successiva. C’è un rischio però: la Germania e la Spagna, che già adesso hanno quattro squadre nella Coppa dalle grandi orecchie, potrebbero arrivare a sei. E l’Italia? Quest’anno sta andando bene nelle Coppe europee: persa per strada solo l’Udinese, restano ancora in corsa Juventus e Milan in Champions, Inter, Napoli e Lazio in Europa League. Ma da quest’anno abbiamo diritto a solo tre formazioni in Champions, perché la Germania ci ha scavalcati al terzo posto del ranking e chissà quando potremo riprenderla. Per fortuna invece riusciamo ancora a tenere a bada Francia, Portogallo e Ucraina: perché se dovessimo scendere al settimo posto sarebbe davvero un dramma e avremmo solo due squadre nella Coppa maggiore. Ma cerchiami di essere ottimisti, anche gli altri (emiri e oligarchi russi esclusi) sentono la crisi. Ci sono varie proposte all’ordine del giorno e anche l’Eca (European Club Associacion) è molto interessata a questa riforma delle Coppe, seguita sempre con attenzione da Umberto Gandini, vice Eca, e adesso anche da Andrea Agnelli, appena entrato nel board. Si era parlato di una Champions a 64 squadre: ipotesi subito cancellata. Ora si pensa di modificare il calendario dell’Europa League: adesso è relegata al giovedì (data che non piace nemmeno ai tecnici italiani, che chiedono alla Lega di A di giocare in campionato il lunedì sera per recuperare). Si potrebbe giocare qualche partita anche il martedì e mercoledì, in concomitanza con la Champions. C’è anche un’ipotesi di concedere quattro posti in Champions alle prime 10 Nazioni del ranking Uefa (all’Italia andrebbe di lusso). Tutte ipotesi, come detto, ma nessuna per ora vincente. Possibile che Platini, alla fine, se non c’è un accordo, cambi poco o nulla: la decisione va presa comunque entro il 2013, per lanciare i bandi dei nuovi diritti tv. L’Europa League ha incassato quest’anno anche 30 milioni dalla Coppa più ricca e importante, ma non è bastato a rilanciarla: troppo, come detto, un divario di 1 a 5. Per un grosso club finire nell’ex Coppa Uefa è un problema serio e rischia di compromettere anche i bilanci. Ma bisogna trovare una via d’uscita. E in fretta.
Fonte: La Repubblica
La Redazione
M.V.
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