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Certezza Hamsik, da tre anni in gol alla prima ed il Genoa gli porta bene. Benitez vuole che Marekiaro sia il leader

Da prima…to. Pronti partenza via. E lui c’è. Puntuale. Da tre anni, all’esordio, non ne sbaglia una. Segna, fa gol, esulta. E si esalta. Marek Hamsik “prima” di tutto. E di tutti. Lo schieri e non delude mai. Il ballo del debuttante è sempre una festa. Tre stagioni di fila col suo nome scritto nel tabellino marcatori. Una cresta che spunta “prima” degli altri. Fu così col Cesena nel 2011 e l’anno dopo a Palermo. E lo stesso, anzi di più, ha fatto la scorsa stagione al San Paolo contro il Bologna: doppietta. Marek Hamisk per cominciare. Ha voluto Napoli e c’ha creduto. Ci crede. Pure adesso che l’eliminazione dalla Champions turba e ridimensiona. A Bilbao l’illusione incoraggiante. Marek Hamsik il passato che è presente e dev’essere futuro. Ottava stagione azzurra, la prima completa e vera da capitano. Senza ombre. Senza altri amici graduati nello spogliatoio. Subito, già a Marassi, lì dove ha fatto gol al Genoa e anche alla Samp. E in gradinata spuntò uno striscione da paura: Hamsik versione Dracula, denti aguzzi e affilati. Pronti ad azzannare. Marek Hamsik per (ri)partire nel migliore dei modi. La prima di campionato, la sua giornata. Qualche volta anche la seconda. Era così quella volta col Cesena per lo sciopero dei calciatori. Gli altri rimasero con le gambe incrociate, lui fece gol. Quella notte di due estati fa al Barbera c’era ancora Walter Mazzarri in panchina. Napoli e Hamsik show. Bene, bravo, bis. Poi tris. Poker. Un anno fa col Bologna due reti sotto le stelle e la sensazione (errata) della stagione che poteva essere perfetta. Mai iniziato così. Doppietta al San Paolo e altri due gol pure a Verona contro il Chievo la settimana dopo. E invece il calo improvviso, i tormenti. Ma pure la voglia (enorme) di tornare se stesso, il campione che è (era), l’idolo dei sessantamila. Hamsik già dal ritiro a Dimaro. Il primo gol stagionale in amichevole, e ovviamente alla… prima. Col Feralpi. Marek Hamsik la certezza anche quando il campo chiede ancora risposte. E verifiche. Al San Mames il sussulto: stop e tiro col mancino. L’altro piede, di un altro Hamsik. Smanioso, motivato, caricato. Consapevole. Benitez gli ha chiesto qualcosa in più, in campo e soprattutto fuori. Vuole trascini i compagni, sia leader, guidi gli altri. E faccia i gol. Quindici reti la scommessa persa un anno fa. Dodici stavolta. E Hamsik ha accettato la sfida. L’esordio a Marassi l’occasione per partire forte. La prima per essere poi primi. Subito. E rimanerci. Lo scudetto il sogno che dev’essere l’obiettivo. Poi le Coppe. Quell’Europa League, che non è la Champions, e che pure è suggestione. Girone batticuore. Per il giovane (“young boys”) Hamsik, il derby di sempre con lo Sparta Praga e quello del cuore con lo Slovan Bratislava. Cechi e slovacchi. Amici entrambi. Sentimenti. Però rivali. Prima viene il Napoli. Prima, e alla prima, c’è sempre Marek Hamsik.
Fonte: Corriere dello Sport

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