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Cento volte Inler. Il Re Leone che c’ha messo un po’ a ruggire

NAPOLI – Una, due, tre e poi sempre più, una dietro l’altra, di fila, fino a cento. Dal debutto di Cesena (1-3) a quella col Torino. Cento volte di Gokhan Inler col Napoli. Due anni tre mesi e sedici giorni, ieri: il giorno di un traguardo che è di passaggio eppure è già orgoglio, è fierezza, senso di appartenenza. «E’ stato speciale, cento partite indimenticabili (76 in A, 6 in Coppa Italia, 1 in Supercoppa, 17 in Europa). Sono davvero felice di indossare questa maglia». Il sorriso di Inler la luce su un volto segnato da un occhio nero. Traccia di uno scontro passato. Superato. Il presente è tutta gioia da condividere. E’ emozione da raccontare. E’ un tweet da mettere… in rete come un pallone facile facile da spingere in porta. Un click e vai. Tutto l’Inler napoletano in un collage di sei foto e centoquaranta caratteri firmati alla sua maniera, G88. “100 partite, 100 maglie, 100 battaglie sempre con la stessa grinta”.
Cento di questi giorni, allora. E dopo altri ancora. Almeno fino al 2016: scadenza del contratto. Arrivò da Re Leone. Ma c’ha messo un po’ a ruggire. L’ha fatto togliendosi la maschera, tornando se stesso. Un annetto per prendersi la mediana, farla sua, sentirsi al centro della manovra, pensare e giocare a ritmi che non erano mai stati i suoi. Il tempo d’essere (e tornare) Gokhan Inler. Quello di Udine. Quello dei quindici milioni di euro. Quello che è oggi, indispensabile per Rafa Benitez: teorico del turn over coi suoi titolarissimi. Nove presenze in campionato, praticamente tutte. Che giochi Behrami oppure Dzemaili, Inler c’è. E sempre. Testa alta e piede svizzero: preciso. Un destro da nove reti in cento partite, mica poco.C’ha provato pure col Torino. Il tiro da fuori è una specialità di famiglia. Così calciava il suo papà, e buon sangue non mente. Il pallone gira maligno e tradisce. Lui, invece, Gokhan, mai. Media voto ormai standard: la fortuna dei fantacalcisti.

COMPLIMENTI – Col Torino bravo Inler, bravi tutti, bravo il Napoli. «Abbiamo giocato una gran partita, una vittoria meritata. Peccato soltanto non aver segnato di più, abbiamo avuto la possibilità di chiuderla prima e gestirla meglio, senza ansie. Sappiamo su cosa lavorare. Dobbiamo migliorare nel possesso palla». Il tiki taka napoletano. La versione nostrana di un’idea di calcio che piace anche a chi lo fa. Inler il centro di gravità della manovra. L’uomo degli equilibri tattici. Tutto o quasi passa per lui. «Siamo stati corti, sempre compatti. I difensori c’hanno dato una grossa mano Se stanno alti, per noi è più semplice». Il resto l’ha fatto Gonzalo Higuain. Due rigori da ko. Come i pugni che Gokhan Inler tira quando s’allena con Patrizio Oliva. La boxe è la passione del tempo libero. Uno-due e al tappeto. Pipita alla Inler. «Gonzalo è un grande centravanti. E’ stato perfetto dal dischetto. Lui sa quanto abbiamo bisogno di lui. Sta bene, sta giocando con continuità, troverà la migliore condizione. Higuain è decisivo». La riflessione sembra una minaccia. La Fiorentina già aspetta. Oggi allenamento a Castelvolturno, domani rifinitura e partenza. E’ praticamente vigilia. Si gioca subito, di nuovo. «Andiamo a Firenze senza paura, sappiamo che giocano un buon calcio, ma noi vogliamo continuare a dimostrare che siamo una grande squadra». E allora carica… da 101. Inler attacca.
Fonte: Corriere dello Sport

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