Nel giorno della finale di Champions League, il presidente dell’Uefa Aleksander Ceferin ha rilasciato una lunga intervista esclusiva per Sky Sport, direttamente da Porto, sede del match tra Manchester City e Chelsea. Il numero uno del massimo organo calcistico europeo ha spiegato l’importanza di tornare a vivere un evento come la finale di Champions con la presenza del pubblico allo stadio e si è gia proiettato sull’Europeo di quest’estate, che prenderà il via da Roma il prossimo 11 giugno. Inevitabile tornare anche sull’argomento Superlega, con un procedimento disciplinare che è stato aperto nei giorni scorsi nei confronti di Juventus, Barcellona e Real Madrid. Queste le parole di Aleskander Ceferin in esclusiva a Sky Sport.
“Presidente Ceferin, è importante parlare con lei mentre il calcio europeo vive un momento particolare. Partiamo dalla finale di Champions League: allo stadio saranno presenti 16500 spettatori. Un ritorno alla normalità?”
“Sì, per noi è un momento molto emozionante, così com’è stato emozionante durante la finale di Europa League rivedere il pubblico, con 9.000 spettatori. In quest’anno abbiamo visto quanto possa essere triste il calcio senza tifosi, e ora iniziamo a vedere una piccola luce in fondo al tunnel”.
“Cosa è stato il calcio senza tifosi?”
“Non è la stessa cosa. Perché il calcio riguarda i giocatori e i tifosi. Tutto il resto: io, voi, e gli altri.. siamo un “team di supporto”. Quindi è anche importante constatare quanto sia diverso il calcio senza la presenza dei tifosi negli stadi”.
“Per l’Uefa quanto è stato difficile difendere la Champions League in questi ultimi mesi? Mi riferisco ovviamente alla Superlega”.
“E’ stato molto difficile gestire la situazione nelle prime 48 ore, perché non sapevamo cosa stesse succedendo. E’ stato difficile per un paio di giorni, ma tutta la comunità europea si è schierata, non solo il calcio, ma tutti. Ho un aneddoto per esempio da raccontare: una signora anziana del mio paese mi ha fermato ringraziandomi per aver fermato questa pazzia. Il figlio di un mio amico, tornando da scuola, ha chiesto: “papà noi siamo contro la Superleague o a favore della Superleague?”. E il papà gli ha risposto “contro la Superleague!” e il figlio gli ha risposto “grazie a Dio! Tutta la scuola è contro la Superleague!”. Quindi è stato un grande movimento che si è mosso contro quello che – secondo me – è un progetto senza senso”.
“In questo momento Juventus, Real Madrid e Barcellona sono sotto inchiesta. Rischiano davvero l’esclusione dalle coppe europee? Quando arriverà la decisione?”
“Il nostro comitato disciplinare è indipendente. Quando inizia a lavorare su un caso non ci sono rapporti di nessun tipo, non arrivano informazioni, né posso commentare in alcun modo. Non so dire quando, se e di quale portata saranno eventuali sanzioni. Quello che mi lascia basito è che pubblicamente siano ancora parte di questa Superleague, manifestando la volontà di voler giocare la Superleague, e poi inviano una lettera per poter disputare la Champions League. Quindi tu non puoi giocare la Champions League e giochi la Champions League, tu sei in Superleague e in Champions League… è abbastanza difficile capire cosa per loro questo possa significare”.
“Ci può essere dialogo in questo momento con Juventus, Real Madrid e Barcellona?”
“Non c’è dialogo perché loro si limitano solo a inviare lettere formali all’Uefa e agli altri 9 club che sono usciti dal “patto” della Superlega. Loro non comunicano. Probabilmente avrebbero dovuto chiamarci per organizzare un incontro, invece hanno mandato dei comunicati scrivendo che volevano un dialogo. E’ uno strano approccio”.
“In caso di esclusione della Juventus dalla Champions League, in Champions ci andrebbe il Napoli?”
“Davvero non voglio commentare cosa potrebbe accadere se qualcosa succedesse, perché il nostro comitato disciplinare è indipendente e decideranno loro. Non sarebbe corretto da parte del Presidente commentare, specialmente per un Presidente che è anche un avvocato”.
“I tre club “ribelli” ricorreranno ai tribunali ordinari. La Uefa è pronta a questa situazione? Si rischia la paralisi del calcio?”
“No, non possono paralizzare nulla. Possono paralizzare loro stessi. Con gli approcci che hanno. Ed è strano leggere comunicati da parte di questi 3 club, da soli rispetto a centinaia di altri club, pensano che la loro idea salverà il calcio, e nessun altro la condivide. Si può facilmente intuire cosa i 244 club che fanno parte della European Club Association pensino di questi 3 club. Loro ancora non hanno compreso, o forse non vogliono comprendere… Loro pensano che se hai abbastanza soldi puoi assumere centinaia di avvocati. Non penso che questo sia l’approccio corretto.
L’approccio corretto è il dialogo, ammettere di voler tornare indietro (se vogliono tornare indietro). L’approccio sbagliato è noi vogliamo tornare, ma non vogliamo tornare. Questo è quello che stanno facendo. E’ davvero complicato capire cosa vogliano, se dicono che la Superleague esiste e nessuno impedisce loro di giocare la Superleague. “Giocatela!”, rispondo io. E invece loro dicono “no, noi vogliamo giocare la Superleague ma anche la Champions League contemporaneamente”. Quindi noi non ci facciamo spaventare da queste cose. Quando il comitato deciderà, in un senso o nell’altro, noi saremo onesti e continueremo a lavorare per il bene del calcio. Quello che questi 3 club non stanno facendo”.
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