Visto dall’alto il campo di regata ha brillato di un verde luccicante di pioggia. Nel golfo del San Paolo c’era tutta l’intenzione di lasciarsi la libecciata alle spalle. Basta scuffiate commentavano i tifosi/velisti contagiati da un’irresistibile voglia di strambare, alla ricerca della folata giusta. «Se l’equipaggio funzionasse a dovere Hamsik dovrebbe fare il tattico, impostare la rotta e rialzare più spesso la cresta al vento». L’amica Carolina Rendano, già campionessa del mondo di vela nella classe 420, mi aveva chiesto di accompagnarla allo stadio con una coppia di amici francesi, velisti come lei, arrivati a Napoli per le World Series di Coppa America. Sembra incredibile ma anche in terra di «grandeur» dove governa «le roi» Platini il tifo alla «napolitaine» viene considerato uno spettacolo da non perdere, attrazione irresistibile come il lungomare appiedato, il Castel dell’Ovo illuminato e la pizza a forma di catamarano. «Lo skipper, è ovvio è quello che segna. Uno Spithill-Lavezzi per esempio» ragionava la campionessa. Le curve ondeggianti a 16 nodi coprivano molti vuoti sugli spalti, facendo comunque esclamare ai francesi: «Ça c’est superbe!». Ma il match–race all’ultima boa stavolta è finito tra i fischi.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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