Cecilia Donadio per “Il Mattino”
“Ci siamo avviati in quattro. Padre moderatamente tifoso, figlia tifosa, madre e figlio ultrà. L’ultima del Napoli in notturna scaramantico rito di famiglia, da vivere tutti insieme appassionatamente. Destinazione finale settore Distinti, necessaria mediazione tra chi avrebbe preferito l’aplomb della Tribuna Posillipo e chi invece il delirio delle curve. Neanche il tempo di tirar fuori binocolino, auricolari per la radiocronaca in diretta e svariati generi di conforto quando lo stadio esplode sotto la sventola di Cavani. Il Matador come Cavendish lanciato in volata da una furiosa pedalata macedone. Il padre applaude, la figlia esulta, madre e figlio urlano. Il Giro d’Italia azzurro sembra viaggiare in discesa come i corridori giù per le curve di via Orazio. Il rigore di Ricky Alvarez è una bucatura improvvisa, ma l’altro tiro dal dischetto che fa 100 tondi tondi, conferma che il cannibale con la numero 7 è il vero “cannonball” di tutte le 35 tappe fin qui percorse dalla carovana capitanata da Mazzarri, scalatore di professione, fino a un soffio dalla vetta più ambita. La famiglia si interroga con lo sguardo: sarà Cavani ancora maglia azzurra nel “giro” che verrà? Stranamente stavolta le reazioni si uniformano. Genitori e figli hanno negli occhi gli stessi lucciconi”.
La Redazione
P.S.
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